Home Grosseto Tumore alla tiroide, il ruolo fondamentale della prevenzione: la storia di Clara

Tumore alla tiroide, il ruolo fondamentale della prevenzione: la storia di Clara

di Redazione
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Chiunque lavori per la salute delle persone non si stancherà mai di affermare e ribadire l’importanza della prevenzione e dell’adesione agli screening. Tenersi sotto controllo periodicamente diventa ancora più fondamentale per alcune patologie, in generale tutte quelle oncologiche e tra queste il tumore della tiroide. Come sa bene Clara, una paziente che vive da pochi anni nella provincia di Grosseto e che riporta la sua esperienza positiva in Endocrinologia del Misericordia, diretta dal dottor Marco Capezzone.

“Nel 2015, abitavo in un’altra regione e il mio medico di medicina generale, palpandomi il collo, avvertì qualcosa di sospetto alla tiroide – racconta Clara –. Su sua indicazione feci una ecografia dalla quale emersero due noduli, mi dissero calcificati. Lo scorso anno, per scrupolo, la nuova dottoressa mi ha prescritto una visita endocrinologica di controllo che ho fatto presso l’Endocrinologia dell’ospedale. Constatando la presenza dei noduli, il dottor Capezzone ha deciso di fare subito un’ecografia e, mi ha spiegato, che per dimensioni e caratteristiche ecografiche, secondo le Linee guida nazionali, si sarebbe dovuto approfondire eseguendo un agoaspirato. Sono rimasta di stucco, improvvisamente mi è salita una forte ansia. Con parole chiare, ma senza allarmismi, il medico mi ha indicato di procedere con l’agoaspirato, cosa che non avevo mai fatto prima e che onestamente mi terrorizzava al pensiero. Dopo pochi giorni sono tornata all’ambulatorio e mi hanno fatto l’esame, devo dire che non ho sentito quasi nulla, se non un leggero e più che comprensibile fastidio. Il campione di liquido prelevato è stato mandato ad analizzare e dopo circa una ventina di giorni è arrivato il referto. Noduli benigni. Ho tirato un lungo sospiro di sollievo e mi sono sentita leggera, mi ero tolta un bel pensiero. Questa è la mia esperienza, positiva, fortunatamente, ma mi faceva piacere raccontarla perchè, se non fosse stato per l’attenzione dei dottor Capezzone, oggi avrei ancora una diagnosi incerta e chissà cosa sarebbe potuto succedere con il tempo. Per questo ringrazio lui e il suo staff per la scrupolosità, la competenza e la gentilezza dimostrate e ricordo a tutti quanto tenersi sotto controllo periodicamente, anche attraverso gli screening gratuiti offerti dalla Regione, sia di fondamentale importanza. A me è andata bene, non trattandosi di un tumore maligno, ma a tante persone è stato diagnosticato in tempo”.

Lo studio

A conferma del valore indiscutibile della diagnosi precoce, un recente studio, pubblicato su una rivista internazionale di settore, condotto da Capezzone insieme a esperti di livello nazionale, ha riportato come l’incidenza del tumore alla tiroide, che in Italia è una dei più alti in Europa, presenta a livello locale, sul territorio della Sud est, un’insorgenza di casi particolarmente disomogenea nelle tre province.

“Lo studio raggiunge l’obiettivo di sensibilizzare sulla necessità di una diagnosi precoce mediante esami specifici, come l’ecografia tiroidea, soprattutto in una zona a relativa carenza iodica come quella maremmana, dove è emerso un tasso di incidenza di tumore tiroideo più significativa rispetto alle aree senese e aretina. Da quando siamo partiti con l’attività endocrinologica al Misericordia, siamo riusciti a intercettare in tempo molti casi di tumore alla tiroide che, se ulteriormente tralasciati, avrebbero potuto raggiungere livelli di gravità maggiore – spiega il dottor Capezzone -. Nel 2022, sono oltre 40 i tumori diagnosticati. Recentemente è stato a tale proposito istituito un ambulatorio dedicato, dove seguiamo specificamente i pazienti affetti da questa patologia. L’Unità semplice dipartimentale di Endocrinologia di Grosseto effettua oltre 9000 prestazioni all’anno tra visite, ecografie, prelievi e agoaspirati tiroidei, tecnica quest’ultima determinante per definire la natura di eventuali noduli tiroidei. L’eterogeneità dei risultati dello studio suggerisce la possibilità di un effetto ‘screening’, sebbene anche i fattori ambientali possono giocare un ruolo da non sottovalutare, insieme alle varie determinanti di salute”.

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