Gli Istituti comprensivi di Follonica, assieme al Comune, alla cooperativa sociale Arcobaleno, al collettivo di architetti Ecol – che ha curato la progettazione degli spazi –, alle associazioni del Cantiere cultura e alla collaborazione del circolo Festambiente, sono attori del progetto “Aria”, volto alla costruzione di un’aula all’aperto nel mese di settembre: un luogo simbolo da cui potranno scaturire percorsi formativi/informativi per insegnanti, genitori e attività per bambini e bambine di ogni età.
«Ci vuole tutto il villaggio per far crescere un bambino e una bambina»: questo antico proverbio africano orienta le azioni del progetto “Aria”, che pone una particolare attenzione al rapporto con il territorio e all’ambiente naturale nella consapevolezza che l’educazione delle bambine e dei bambini non è una peculiarità della scuola, ma è un processo globale, che coinvolge tutti gli abitanti, le agenzie formative della città in un’ottica di cooperazione/corresponsabilità educativa.
Il territorio si qualifica quindi non solo come “comunità educante“, ma anche pedagogica, e l’educazione non resta una questione privata, ma un’esperienza di condivisione e di solidarietà. Questo il senso ed il significato del proverbio sopra riportato: il “villaggio” non è mai “spettatore” che osserva prima gli sforzi educativi della famiglia e che poi giudica quel percorso. Il “villaggio” è e deve essere la “rete” che sostiene – senza negare libertà – tanto i bambini quanto i genitori confrontandosi con l’ambiente esterno e con la natura.
Il progetto presentato dalla cooperativa sociale Arcobaleno, quale soggetto nel territorio follonichese esperto di outdoor education, ha ricevuto un contributo dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze per cercare di strutturare maggiormente l’intervento in un contesto di cambiamento culturale e di visione e metodo didattico.
Il nuovo spazio all’interno dell’Ilva servirà per ricordare l’importanza di ritagliarsi momenti all’aria aperta, in natura, dove riprogettare e innovare le attività a partire da quelle scolastiche, facendo tesoro delle difficoltà che questo periodo pandemico ha presentato. È stato necessario guardare fuori dalle finestre, fuori dalle aule scolastiche per riprogrammare gli incontri e le lezioni in sicurezza all’aperto: ecco che quello che prima veniva visto come pericoloso e sconosciuto, oggi diviene fonte di tranquillità, di salute e grande aula di apprendimento. Il “villaggio” infatti non è fatto solo di persone, ma anche di parco, pineta, mare: l’ambiente esterno si configura di per sé come aula di apprendimento, di esperienza e di vita.
Gli Istituti di Follonica non sono dotati di spazi attrezzati all’aperto e quindi questo progetto vuole iniziare a ripensare le aree verdi adiacenti le scuole, per essere finalmente utilizzate anche in orari non scolastici dal resto della comunità: lo spazio pubblico che si qualifica come contenitore di valori e produttore di capitale sociale. Inoltre, in questo periodo, dove le lezioni all’aperto hanno stravolto il classico metodo di insegnamento, è stato recepito il bisogno delle insegnanti di avere consigli, idee e contributi creativi per affrontare in modo diverso le materie e inventare nuove modalità di trasmettere le nozioni. In questa insenatura entrerà la competenza del “villaggio” con le tante associazioni culturali, teatrali, musicali e creative della città: immaginare e ripensare le lezioni in modalità outdoor.
L’outdoor education viene rappresentata a livello internazionale come pratica necessaria sulla base dei frequenti indicatori di disagio e di malessere prodotti dalla “società del benessere”, come la progressiva espropriazione delle esperienze a contatto con l’ambiente, in natura e i danni psicofisici causati dalla sedentarietà. I percorsi formativi saranno organizzati in stretta collaborazione tra Conferenza zonale per l’istruzione, Comune e cooperativa sociale Arcobaleno, che attiverà professionisti specializzati anche provenienti dalla Danimarca dove la cooperativa ha effettuato nel 2015 una visita-studio.
«Quando l’istituto comprensivo “Leopoldo II di Lorena” presentò la richiesta di condividere un progetto per un’aula didattica all’aperto, capii che i tempi per ragionare su un cambio di rotta nell’ambito dell’educazione cittadina erano maturi – afferma Barbara Catalani, assessora allo sviluppo politiche educative e giovanili città di Follonica -. Da mesi, come amministrazione pensavamo di riscrivere alcuni percorsi partecipativi e formativi già in atto attraverso la creazione di un patto educativo di comunità. La richiesta di uno spazio nuovo sia nella forma che nella sostanza, dove fare educazione e scuola è stata la spinta definitiva per accelerare un processo già iniziato e impegnare tutti nella riscrittura dei processi formativi delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi della nostra città».