Massa Marittima. “Arriva la risposta dell’Azienda affidata al capo dipartimento diagnostica della Asl Sud Est. Una risposta sintetica che, come sempre, dice tutto e il contrario di tutto aggrappandosi agli specchi“.
Non sono d’accordo Paolo Mazzocco e Luciani Fedeli, del Tavolo della salute pubblica di Massa Marittima, in merito alla replica dell’azienda sanitaria sulla Radiologia dell’ospedale Sant’Andrea e i due replicano per le rime.
Da parte di Mazzocco un commento sui social che ribadisce ai media, rivolgendosi ai concittadini delle Colline Metallifere: “Questa celere risposta dell’Asl in merito alla radiologia del nostro ospedale mi induce a chiedere al dottor Saloni alcune cose: chi sono i tre medici che sarebbero in servizio a tempo pieno a Massa Marittima? Quanti appuntamenti sono stati dati in questo mese per una tac ordinaria o con contrasto? Vengono dati normalmente appuntamenti per diagnostica ordinaria, lastre, eco ed altro?”
Mazzocco offre in merito una risposta altrettanto secca e chiara e prosegue: “Non si fa così. Non è più tollerabile prendere in giro i cittadini. Noi non critichiamo o denunciamo disservizi per il piacere di farlo, anzi ogni qualvolta ci sentiamo in dovere di intervenire proviamo sofferenza e segnaliamo criticità nella speranza, sempre più vana, che si possano superare, per scongiurare il silenzio che troppe volte in passato ha agevolato tagli e depotenziamenti. Ci siamo permessi di riempire quel vuoto tremendo che politica e amministrazioni locali, a partire da quella ove ha sede il presidio ospedaliero, hanno contribuito a creare invece di essere solidale con la nostra battaglia e non con lei esimio dottor Saloni”.
Sull’argomento interviene anche Fedeli: “Queste risposte eludono il problema, lo minimizzano. Ma il responsabile del dipartimento forse non sa che il terzo medico è solo sulla carta, ma nella realtà è assente per cure e speriamo in una pronta guarigione per migliorare le prestazioni. Se non è a conoscenza di questa situazione evidentemente il problema assume una maggiore gravità ed allora si comprende perfettamente come si possano essere verificate le condizioni di grande criticità della radiologia nel presidio ospedaliero e sul territorio. Chissà se il capo dipartimento è a conoscenza che l’attività ordinaria, sempre di radiologia, è sospesa e se sa che la Tac funziona perfettamente, ma una sola volta alla settimana e gli altri sei è ferma. Ecco questa è la fotografia esatta della situazione con un’azienda che dovrebbe produrre salute e prestazioni con strumenti come la Tac che dovrebbero lavorare in maniera continuativa per ripagare i costi e rendere servizi ai cittadini”
“Insomma – concludono congiuntamente Mazzocco e Fedeli -, non c’è da nascondere nulla o raccontare favole, ma da prendere atto della situazione che sta facendo morire ospedali e distretti periferici. Si dovrebbe invece lavorare per reperite medici, infermieri e operatori sanitari, magari alleggerendo le dirigenze e potenziando invece chi è al fronte, invece di invogliare le figure professionali a fuggire verso il privato dove forse guadagno di più, con meno stress e responsabilità e hanno maggiori soddisfazioni lavorative.