Dal 31 marzo al 2 aprile torna la 51esima sagra dell’agnello a San Martino Sul Fiora.
Sabato 31 marzo, alle 20, tradizionale cena dei budellini e testicciole, piatti tipici della tradizione.
Domenica primo aprile, giorno di Pasqua, alle 19.30, apertura degli stand gastronomici e alle 20.30 serata danzante con Simone.
Lunedì 2 aprile, alle 10, apertura della fiera, stand gastronomici, degustazione prodotti tipici e vendita di prodotti artigianali. Alle 10.30 sfilata itinerante del corpo bandistico, alle 12 santa messa e alle 12.30 apertura del ristorante e stand da asporto. Alle 15 in programma giochi per bambini con i gonfiabili e per adulti. Alle 16 “No(t)te di vegliatura né arte né parte” di Fabio Morganti. Alle 20.30 balli e musica con Emilio e Valentina.
“La sagra dell’agnello – spiega il consigliere delegato al turismo e alla cultura del Comune di Manciano, Sergio Pietretti – è un evento storico, che fa parte della tradizione maremmana. Grazie a questa iniziativa, arrivata alla 51esima edizione, il nostro territorio ospita turisti da fuori provincia e regione e le famiglie del posto per condividere tre giorni all’insegna del divertimento e della buona cucina. La pro loco di San Martino è molto attiva, organizza questo evento esaltando gli aspetti migliori del mancianese e dei nostri dintorni”.
“E’ una festa grande per tutta la comunità – afferma la segretaria della pro loco di San Martino sul Fiora, Chiara Checchini –, che da anni rappresenta l’evento legato alla Pasqua, più importante in Maremma. Grazie alla collaborazione di tutti i volontari della pro loco, giovani e meno giovani e di tutti i cittadini, questa sagra coinvolge tutto il territorio. Di grande richiamo turistico, la sagra dell’agnello vanta numeri importanti che danno lustro ai nostri borghi”.
Sulla stessa linea, commenta il sindaco di Manciano, Mirco Morini: “Tre giorni importanti che grazie alla collaborazione della pro loco e dei volontari diventa un punto di incontro di più generazioni. La sagra dell’agnello è un appuntamento storico che non si può perdere, che ogni anno rinnova il legame tra storia, cittadini e territorio. La bontà delle pietanze offerte richiama numerose persone a vivere questa festa folkloristica, unica in Maremma”.