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“In questi primi due anni e mezzi di amministrazione della città, la Giunta guidata da Vivarelli Colonna ha ridotto drasticamente gli investimenti per le opere pubbliche e per la manutenzione di strade e marciapiedi a Grosseto“.
I consiglieri comunali di Pd e lista Mascagni, nel corso di una conferenza stampa, tracciano un bilancio sull’attività della macchina comunale arrivata a circa metà mandato e attaccano il sindaco e la sua Giunta.
Le principali colpe attribuite a Vivarelli Colonna e agli assessori competenti dall’opposizione di centrosinistra sono quelle di non aver pianificato interventi da realizzare nel prossimo futuro e di essersi presi meriti per aver terminato opere pubbliche pianificate e avviate dalla precedente Giunta guidata da Emilio Bonifazi.
“Si erano presentati come i ‘poeti delle piccole cose’, assicurando ai cittadini grossetani che avrebbero posto un’attenzione particolare per la manutenzione di strade e marciapiedi e per il decoro urbano – spiega Lorenzo Mascagni, capogruppo del Pd in Consiglio comunale -. Un reportage reso pubblico dall’allora candidato sindaco Vivarelli Colonna nel marzo 2016 raccontava di una città in stato di degrado: ‘Buche profonde nelle strade, marciapiedi dissestati, cassonetti rotti…’. Tanto da parlare di vera e propria emergenza: ‘Il degrado di Grosseto e delle frazioni è un’emergenza’. Di qui la promessa solenne: ‘Il primo impegno sarà quello di mettere a posto la città’. Ma le promesse non si sono limitate alle piccole cose. Molti ricorderanno ancora l’idea, lanciata nell’aprile 2016, di realizzare ‘un’arteria anulare intorno alla città’, che avrebbe risolto i problemi di traffico della città. Oppure l’impegno di acquistare l’ex cinema Marraccini da destinare ad attività culturali per giovani ed all’università“.
“A metà mandato a che punto siamo – si chiede Mascagni –? Oggi abbiamo un sindaco che sale sulla ruspa o sul rullo compressore per inaugurare le opere e gli interventi di manutenzione delle strade cittadine, facendosi immancabilmente immortalare con video e selfie da divulgare nei social. A metà esatta del mandato amministrativo, dopo 2 anni e mezzo dall’insediamento della giunta, abbiamo effettuato una verifica analitica dei lavori di manutenzione effettuati, delle principali opere pubbliche progettate e di quelle realizzate. I risultati sono assai scadenti e preoccupa non poco la scarsa capacità dell’amministrazione di progettare interventi in grado di migliorare il volto della nostra città e la vita dei nostri concittadini. E dunque, molta visibilità, ma, alla prova dei fatti, ben poca concretezza”.
La manutenzione di strade, marciapiedi, ciclabili
“L’amministrazione che Vivarelli Colonna riteneva responsabile del degrado cittadino spendeva circa 1.000.000 di euro l’anno per la manutenzione di strade e marciapiedi – sottolinea il capogruppo del Pd -. Nei secondi 2 anni e mezzo di mandato, da gennaio 2014 a giugno 2016, sono stati affidati lavori per 2.658.475,53 euro. L’elenco dei singoli interventi effettuati, ci dice che nel 2014 si sono effettuati 19 interventi di sistemazione di strade o marciapiedi cittadini, o porzioni di essi, negli anni 2015/2016 gli interventi sono stati 51. Tanti o pochi? Non ci interessa qui dirlo perché anche su questo si sono pronunciati gli elettori. Citiamo questi dati perché essi costituiscono, inevitabilmente, l’unico termine di paragone con l’operato dall’amministrazione in carica. Ebbene, nei primi 2 anni e mezzo di mandato, da luglio 2016 a dicembre 2018, i lavori di manutenzione affidati ammontano a 1.949.491,80 euro. Ovvero 708.983,73 euro in meno rispetto ai due anni e mezzo precedenti. 700.000 euro non sono pochi; ci si sarebbero potuti effettuare, ad esempio, altri 20 interventi di manutenzione delle strade più compromesse, come quello recente in via Santerno, costato 35.000 euro. Se lo stato in cui versano strade e marciapiedi nel nostro comune è peggiorato, il motivo c’è ed è spiegato dai numeri, che non mentono“.
“La scarsa propensione ad investire nel manutenzione della viabilità cittadina trova conferma in alcuni ulteriori dati offerti dai Piani delle opere pubbliche approvati in questi anni e dalla distribuzione dei proventi derivanti dalle multe inflitte per le violazioni del Codice della strada – continua Mascagni -. Ad esempio, nel Piano per le opere pubbliche del 2015 la giunta Bonifazi stanziava dal bilancio 950.000 euro per la manutenzione di strade urbane ed extraurbane; nel piano del 2018 la giunta Vivarelli Colonna ne ha stanziati solo 350.000 euro. Se guardiamo invece ai proventi che si incassano annualmente dalle multe, la quota che la precedente amministrazione destinava per manutenzione di strade e marciapiedi negli anni 2014 e 2015 ammontava a 2.247.000 euro; quella destinata dall’attuale amministrazione negli anni 2017 e 2018 a 984.035 euro. Insomma, minori investimenti, meno manutenzioni di strade e marciapiedi, più buche e strade dissestate. Se dunque il primo banco di prova era quello del degrado cittadino, come ebbe a dichiarare lo stesso Vivarelli Colonna, a metà del mandato possiamo affermare che il sindaco e la sua giunta si collocano ampiamente al di sotto dei loro predecessori e sono pertanto sonoramente bocciati“.
Le opere pubbliche più rilevanti
“Valutare l’operato di un’amministrazione con riferimento alle opere pubbliche più rilevanti è più complesso; tra la progettazione, il reperimento delle risorse e l’effettiva realizzazione intercorrono spesso molti anni – aggiunge Carlo De Martis, capogruppo della lista Mascagni in consiglio comunale -. Così accade sovente che un sindaco tagli il nastro di opere progettate e finanziate dai suoi predecessori. Per tali ragioni, un bilancio sul punto deve tener conto non tanto, o non solo, di quanti nastri si tagliano, ma di quali e quanti opere si è in grado di progettare e finanziare. Un primo criterio di lettura è relativo all’elenco delle opere finanziate con mutui o stanziamenti di bilancio Quante e quali opere l’amministrazione è stata in grado di finanziare con risorse attinte dal bilancio o con mutui? La risposta ce la offrono i vari Piani delle opere pubbliche approvati in questi anni. Da essi emerge che l’amministrazione attualmente in carica negli anni 2017 e 2018 è riuscita ad investire, tra mutui e stanziamenti di bilancio, 4.646.935 euro. E’ tanto o è poco? Senz’altro molto meno della precedente amministrazione, che ha investito negli anni 2014 e 2015 6.928.658 euro . Il saldo negativo, in questo caso, è di 2.300.000 circa in meno“.
“Un secondo criterio di lettura è relativo alla capacità di progettare le opere che cambiano il volto della città e del territorio – sottolinea De Martis -. Il dato più preoccupante, però, è quello che riguarda la capacità di progettare opere pubbliche che abbiano un significativo impatto sulla vita della città. Negli anni 2011-2016, l’amministrazione comunale è stata in grado di progettare, tra le principali: il rifacimento di piazza della Stazione (3.540.000 euro), il ponte ciclopedonale sull’Ombrone (1.800.000 euro), la ciclabile da Grosseto al Parco archeologico di Roselle (4.900.000 euro), il recupero del Poggio a Roselle (800.000 euro), il recupero dell’ex Foro Boario, tramite Sistema (1.000.000 di euro circa), il recupero dell’area esterna del Bastione Maiano (293.000 euro), la risistemazione di Cassero e Casette cinquecentesche (130.000 euro circa), il percorso ciclopedonale sulle mura (300.000 euro), la ristrutturazione di tetto e piano terra del Palazzo Mensini (1.085.000 euro), la realizzazione del polo culturale alle ex Clarisse (150.000 euro circa), la realizzazione del giardino pubblico di via Saffi, previa demolizione di un’ala fatiscente dell’ex ospedale (300.000 euro); il completamento dell’opera di riqualificazione del centro storico di Istia d’Ombrone (600.000 euro); il completamento e la manutenzione straordinaria della ciclabile da Grosseto a Marina (480.000 euro), la rotatoria di via Mascagni (445.000 euro), le opere di urbanizzazione primaria della strada Casal Roberto a Squartapaglia (900.000 euro). Alcune opere sono state realizzate; di altre a tagliare il nastro sarà l’attuale sindaco o i suoi successori. Sono comunque opere che, nel loro complesso, hanno cambiato e cambieranno il volto della città e di cui beneficeranno tutti“.
“Se guardiamo invece alla prima metà del mandato Vivarelli Colonna, quali opere sono state progettate e vedranno la luce nei prossimi anni? L’elenco è presto fatto – evidenzia De Martis -. Vi sono alcune opere che costituiscono la prosecuzione dei progetti ereditati dalla precedente amministrazione, come la ciclabile da piazza della Stazione al ponte sull’Ombrone (1.600.000 euro), il terzo stralcio del palazzo Mensini (1° e 2° piano, 1.042.000 di euro), l’illuminazione delle mura (300.000 euro). E poi: il recupero del piano terra dell’ex Convento delle Clarisse e della Chiesa dei Bigi per ospitarvi la collezione Luzzetti (550.000 euro), la demolizione dello scheletro delle ex Terme di Roselle (770.000 euro), il recupero dell’ex Garibaldi (950.000 euro), il restyling della Cavallerizza (192.000 euro). Troppo poco, per i prossimi anni“.
“Si può dunque concludere che sino ad oggi l’amministrazione Vivarelli Colonna ha seminato ben poco, e che dunque, se non ci sarà una drastica inversione di rotta, chi verrà dopo di lui raccoglierà molto meno di quanto lui ha raccolto da chi l’ha preceduto – termina Lorenzo Mascagni -. Un ultima annotazione. Dell’acquisto del Marraccini e della rete anulare, ad oggi, nessuna notizia“.
“Vivarelli Colonna non ha mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale per quanto riguarda le opere pubbliche e la manutenzione di strade e marciapiedi – aggiunge Leonardo Culicchi, segretario dell’Unione comunale del Pd di Grosseto -. I cittadini si sono accorti che il Comune non ha concretizzato questi obiettivi. Noi vogliamo lanciare delle proposte, con il contributo delle liste civiche di centrosinistra, per cambiare Grosseto e per raggiungere questo scopo è necessario l’aiuto degli abitanti. C’è bisogno di un nuovo percorso in cui la parte civica della città deve diventare protagonista“.