Home Notizie dagli Enti Infrastrutture, l’appello delle Province di Grosseto e Siena: “Necessari investimenti”

Infrastrutture, l’appello delle Province di Grosseto e Siena: “Necessari investimenti”

di Redazione
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“Siena e Grosseto hanno bisogno di interconnessioni efficienti con il resto d’Italia e d’Europa”.

A dichiararlo, in una lettera aperta, sono Silvio Franceschelli, presidente della Provincia di Siena, e Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto.

La condizione attuale costituisce di fatto un ostacolo per la vita e l’evoluzione di questi territori – continua la lettera -. Essere lontani e collegati male con i grandi snodi internazionali, oltre a diventare una caratteristica, costituisce un limite oggettivo per consentire la vita nei borghi straordinari che rendono ricche di bellezza e di qualità le due province. L’architetto Stefano Boeri ha recentemente dichiarato: ‘La pandemia ci ha fatto riscoprire i borghi storici. Così i piccoli comuni salveranno anche le metropoli’. Per rendere, però, vere queste diffuse affermazioni e previsioni non basta un autorevole auspicio o una tendenza di pensiero, servono servizi, collegamenti, tecnologia. Siena e Grosseto non possono essere e rimanere affascinanti collane ricche di brillanti, l’isolamento porta al declino proprio di questi luoghi difficilmente raggiungibili, di territori da mantenere“.

“Molto spesso il protrarsi delle mancate scelte della politica sulle infrastrutture ha reso difficile una programmazione di sistema per tutte le nostre aree e una debolezza oggettiva dovuta a questo squilibrio – prosegue la lettera -. Paradossalmente, infatti, province come Siena e Grosseto hanno tutte le caratteristiche per essere leader nel panorama italiano, ma hanno rischiato e rischiano di ridursi a rappresentare una testimonianza e non un modello dove vivere“.

“L’agenda su ciò che manca è ormai chiara e, in parte, a singhiozzo, declinata – continua la lettera -: il Corridoio tirrenico. Lungo la costa tirrenica, in quello che dovrebbe essere uno dei corridoi importanti di collegamento tra il nord e il sud Europa, mancano strade adeguate, ferrovia e collegamenti marittimi. Il cosiddetto Corridoio tirrenico, infatti, potrebbe rappresentare un potente motore per tutta l’Italia (non solo per Siena e Grosseto) se pensato come sistema integrato gomma, ferro e acqua, un grande canale percorso da persone e mezzi che utilizzano i sistemi di trasporto più funzionali e ecologicamente compatibili. L’assenza ha generato uno sbilanciamento di tutta Italia. Concentrare autostrada e treni ad alta velocità soltanto sulla direttrice Roma, Firenze, Milano ha prodotto un’idea che contrasta con la conformazione stessa del nostro Paese. Il Corridoio tirrenico è, dunque, terapeutico e genera una concreta ‘riforma’ nazionale dello sviluppo“.

“Grosseto, Siena e Firenze: la ricchezza diversificata e il bisogno di integrarla può essere sintetizzato con il collegamento tra questi tre capoluoghi. Questo asse viario se completato e potenziato adeguatamente può essere simbolo di una regione straordinaria come la Toscana in cui natura, cultura, popoli sono un unicum straordinario di altissima qualità, in cui si trovano mare e montagna, città d’arte e borghi, formazione e ricerca – prosegue la lettera -. Essere facilmente collegati renderebbe possibile la realizzazione di un impianto di vita forte in cui nessuno dei tre soggetti sia dominante, ma si integrino le risorse paritariamente. Un intervento importante e fondamentale sarà l’ammodernamento della rete ferroviaria con il raddoppio della Siena – Firenze, che consentirà anche a Grosseto di poter accedere all’hub dell’alta velocità in direzione Milano, oltre a collegare entrambe le città al capoluogo di regione. Del pari è importante l’ammodernamento della tratta Siena-Chiusi e la messa a sistema della tratta Asciano – Monte Antico con funzione storica, turistica e d’interconnessione col sistema della mobilità lenta e sostenibile ed in futuro non disdegnare una ripresa della funzione trasportistica“.

“Le strade interne di servizio e perpendicolari – continua la letteraGrosseto, con i suoi 1800 km, e Siena, con 1670 km, hanno il maggior chilometraggio di strade provinciali, la cui manutenzione è complicata sia per la conformazione che per il deficit manutentivo conseguente alla riduzione delle risorse in favore delle Provincie che tutt’oggi vedono una difficoltà strutturale nella spesa corrente, connessa anche alla riduzione del personale; per questo si richiede una revisione della gestione della rete con riclassificazione stradale di alcune direttrici che non hanno più, per i flussi ed i raccordi di collegamento, le caratteristiche di strade provinciali. Molte strade provinciali che percorrono l’Amiata si integrano nei due versanti e sono un po’ senesi e un po’ grossetane. Hanno spesso, purtroppo, la caratteristica comune di aver bisogno di manutenzioni importanti anche conseguente alla natura e complessità del cono dell’Amiata stessa, che tanto concede alla nostra regione (geotermia, acqua, gestione rifiuti con la discarica, etcc) e che avrebbe bisogno di un piano straordinario di almeno 3/4 milioni di euro per almeno 5 anni in quanto si persiste in questa zona un deficit infrastrutturale non più sostenibile. Così è anche per direttrici importanti come la strada regionale Massetana e la Traversa dei Monti che penetra e attraversa le due province. Il bisogno di tutelare questo patrimonio infrastrutturale che corrisponde a migliaia di chilometri di strade pubbliche va di pari passo con l’idea regionale di sviluppo toscano in cui si investono risorse e opportunità in maniera diffusa. Alle scelte politiche devono corrispondere azioni concrete che rendano forte lo scheletro che sorregge l’impianto e non si tratta di limitare gli interventi, ma di porsi il problema della viabilità nella sua complessità siano esse strade regionali, provinciali o comunali“.

Le strade immateriali – termina la lettera: nei servizi di base dell’attuale società un posto primario è occupato dalla rete internet. Le caratteristiche fisiche dei nostri territori spesso hanno rallentato, reso difficile e limitato l’installazione dei cavi della fibra. Serve un salto tecnologico che garantisca la connessione ovunque”

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