Home Colline del Fiora Rifiuti, i Comuni”: “Ato snobba la minoranza, non parteciperemo all’assemblea”

Rifiuti, i Comuni”: “Ato snobba la minoranza, non parteciperemo all’assemblea”

di Redazione
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I Comuni di Isola del Giglio, Orbetello, Magliano in Toscana e Manciano non parteciperanno all’assemblea odierna in quanto, come noto, in disaccordo con le scelte di Ato, pur se da tempo acriticamente avvallate dai Comuni di maggioranza dell’Ato Toscana Sud“.

A dichiararlo, a nome dei quattro Comuni maremmani, è Luca Minucci, assessore all’ambiente del Comune di Orbetello.

“Come ribadito a più riprese, non condividiamo il metodo di controllo seguito da Ato, poiché si risolve in un controllo troppo conciliante verso le richieste del gestore, con eccessivo sacrificio degli interessi dei cittadini – spiega Minucci -. Sono tre i motivi principali che sostengono questa tesi:

1) validazione e ripartizione del Pef grezzo d’ambito. Come esplicitato nella mozione presentata dal Comune di Isola del Giglio nell’assemblea Ato del maggio scorso, bocciata dalla maggioranza dei Comuni Ato, l’Ato, anziché operare per ottenere i Pef comunali come prescrive la normativa Arera, sceglie di accettare un Pef grezzo per tutto l’ambito. I costi di questo Pef vengono successivamente ripartiti tra i Comuni sulla base di una serie di driver, le cui dinamiche sono sottratti ad una reale possibilità di un vaglio critico e la cui entità è capace di spostare migliaia di euro tra un Pef comunale e l’altro.

2) determinazione dei Pef comunali. Considerata la base di partenza (Pef grezzo ripartito da Ato), i risultati in termini di spesa per ogni Comune, ed in definitiva per i cittadini, non sono coerenti con le spese effettivamente effettuate sui singoli territori (dovuta al processo di ripartizione appena delineato). Da ciò deriva che i Pef comunali dell’anno 2021 non potranno essere ‘reali’ rispetto a quanto accade nei territori. Indicativo a tal proposito è il fatto che praticamente ogni Comune ha ‘consumato’ tutto l’aumento tariffario concesso dalla normativa Arera.

3) riequilibrio del bilancio del gestore e utilizzo di prezzi superiori a quelli stabiliti nel contratto di servizio. La normativa Arera stabilisce che è possibile utilizzare prezzi più bassi rispetto a quanto rinveniente dal procedimento di validazione e ripartizione dei Pef grezzi, purché la gestione sia in equilibrio“.

La proposta di delibera n. 3 all’ordine del giorno dell’assemblea del 17 giugno recita testualmente – continua Minucci -:

‘Rilevato infatti che, una volta cessati gli effetti di gradualità nell’applicazione dell’Mtr Aarera, la sua entrata a pieno regime comporterà un consistente incremento dei ricavi tariffari del gestore Sei Toscana’. Quindi Ato non imporrà al gestore di ridurre i suoi costi generali sproporzionati rispetto ai massimi stabiliti in sede di gara, che sono la causa principale degli aumenti ‘da metodo Arera’ come chiarito dal direttore generale nelle riunioni preparatorie, ma consentirà che siano coperti con aumenti delle bollette Tari. Tutto ciò per chiarire per l’ennesima volta che, diversamente da quanto sostenuto dai Comuni di maggioranza dell’Ato Toscana Sud, chi non vota e non partecipa più alle assemblee non è un facinoroso, un esaltato o un irresponsabile, sono amministratori che vorrebbero capire quanto costano e controllare i servizi resi. Ma le scelte della maggioranza di Ato vanno in un’altra direzione e le legittime posizioni dei Comuni di minoranza vengono ignorate senza neanche discussione, come dimostra la ripresentazione di delibere identiche a quelle bocciate nella scorsa assemblea. E i costi aumentano costantemente, ogni anno e senza controllo, senza che nessuno se ne preoccupi. Anzi, sono considerati un segnale positivo di riequilibrio del bilancio del gestore“.

“Si dà la colpa al metodo Arera quando in realtà sono tutte scelte di Ato e dei Comuni di maggioranza. Quanto accade probabilmente è pienamente legittimo ed opportuno secondo logiche di sistema difficilmente comprensibili a chi scrive – termina Minucci -. Lo sforzo del nostro impegno, e dei Comuni di minoranza, è introdurre la possibilità di un vaglio realmente critico su dinamiche che difettano di piena trasparenza e che, soprattutto, si risolvono in inopinati aumenti nelle bollette TARI per le famiglie e le aziende del nostro territorio“.

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