“A seguito della definitiva bocciatura da parte della conferenza dei servizi sull’ipotesi del ripristino della ex cava di Pietratonda, nel comune di Campagnatico, attraverso l’impiego dei gessi rossi risultanti dalla produzione del biossido di titanio da parte della Venator, è divenuto ancora più impellente per il territorio, e non solo per l’amministrazione di Scarlino, come dichiarato dal sindaco Francesca Travison, affrontare la criticità sulla quale posa la produzione del biossido di titanio“.
A dichiararlo è il sindaco di Gavorrano, Andrea Biondi.
“Mancano 10/12 mesi a quando, in teoria, con questo ritmo di produzione, l’ultimo camion carico di gessi rossi partirà per la ex cava di Montioni, nel comune di Follonica, ormai quasi satura – spiega Biondi –. 7 tonnellate di rifiuto industriale non pericoloso (gesso rosso) sono generate da ogni tonnellata di biossido di titanio prodotta. Le soluzioni alternative di impiego del gesso rosso rispetto al suo esclusivo utilizzo attuale nello stoccaggio per ripristino ambientale sono ad oggi annunciate dall’azienda Venator, tramite partnership aziendale internazionale con un gruppo svizzero tedesco, ma non sono ancora realtà“.
“Lo stoccaggio a piè di fabbrica ha ampliato i propri confini in larghezza ed altezza negli ultimi 20 anni, nonostante l’utilizzo della cava di Montioni – sottolinea il sindaco –. Personalmente credo fortemente che le istituzioni locali, insieme alle rappresentanze del tessuto socio economico, debbano pretendere che tale criticità sia fra le priorità della Regione Toscana, non solo attraverso l’avvio di nuove conferenze dei servizi secondo i progetti che verranno presentati, ma con lo stimolo necessario di politiche risolutive e virtuose di economia circolare per far sì che vi sia una soluzione di medio lungo periodo che garantisca la continuità produttiva dello stabilimento Venator di Scarlino ed il mantenimento del livello occupazionale; vi sia realmente un diverso impiego di parte della produzione di gesso rosso ed una conseguente riduzione delle quantità destinate allo stoccaggio in cava, già promessa nell’accordo del 2004, ma mai divenuta realtà; vi sia una vincolante opera di recupero paesaggistico graduale dell’area a piè di fabbrica ed una forte limitazione futura di tale pratica spesso chiaramente abusata, dove per altro non persistono gli stessi monitoraggi e limiti rispetto lo stoccaggio per ripristino ambientale; vi sia un impegno dei soggetti industriali locali a favore dello sviluppo di sinergie e competenze utili alla gestione delle criticità ambientali del territorio”.
“2 sono i siti papabili presenti nel comune di Gavorrano potenzialmente interessati dal ripristino ambientale tramite stoccaggio dei gessi rossi: cava Bartolina e cava Vallina – termina Biondi -. Con senso di responsabilità ed attenzione alla tutela ambientale, sono pronto ad approfondire entrambe le soluzioni a garanzia dello sviluppo sostenibile del nostro territorio, ovvero uno sviluppo socio economico che non può fare altro che affrontare la sfida del mantenimento dei posti di lavoro, con rafforzamento della cultura industriale, ed allo stesso tempo garantire la tutela ambientale attraverso impiego di tecnologie e competenze idonee ad affrontare le criticità che il nostro territorio presenta dopo decenni di presenza dell’industria estrattiva e chimica“.