Home Grosseto Inaugurato il parco giochi intitolato a Giorgio La Pira: “Esempio politico da seguire”

Inaugurato il parco giochi intitolato a Giorgio La Pira: “Esempio politico da seguire”

di Redazione
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Oggi, sabato 9 gennaio, è stato inaugurato il parco giochi Giorgio La Pira, nell’area verde di viale Einaudi, a Grosseto.

Dedicare uno spazio ad una personalità come quella di Giorgio La Pira nasce dalla volontà di omaggiare una delle figure più rappresentative del mondo del costituzionalismo di stampo cattolico, nonché un abile e competente uomo politico.

L’evento, in realtà, era stato previsto per il 22 marzo dell’anno scorso, data in cui doveva svolgersi nella città di Grosseto l’assemblea regionale dell’Azione cattolica. Purtroppo, però, in ragione delle norme restrittive per il contrasto al contagio da Covid-19, non è stato possibile rispettare i termini previsti.

Anche il 9 gennaio, data in cui si è effettivamente tenuta l’inaugurazione alla presenza anche di monsignor Rodolfo Cetoloni, ha una valenza storica. Infatti, oltre ad essere il giorno in cui il costituzionalista è nato, nel 1986 era stato istituito il Tribunale diocesano per la causa di beatificazione di Giorgio La Pira da parte del cardinale Silvano Piovanelli.

“‘l mio percorso politico – ha dichiarato Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto – iniziò proprio con una citazione di Giorgio La Pira: ‘Per gli uomini non vale che una sola legge ed un solo fine: la legge dell’amore ed il premio dell’amore. Tutto il resto è menzogna e vanità’. Queste parole, a mio parere, dovrebbero essere impresse in modo indelebile nella mente di ogni politico o amministratore. Sono particolarmente orgoglioso di poter essere qui e di poter celebrare l’intitolazione del parco giochi a La Pira, perché sono assolutamente convinto che il suo esempio umano e politico sia un patrimonio di tutto il Belpaese”.

“L’inaugurazione di oggi ha un legame strettissimo con il parco giochi intitolato a Pino Arpioni – ha spiegato Giacomo Cerboni, assessore con delega alla toponomastica -. La volontà, infatti, era quella di rivolgere alcune aree dedite ai giovani a chi ha dedicato tutta la propria vita in ragione della formazione delle nuove generazioni. Infine, vorrei ricordare che con la giornata odierna abbiamo potuto celebrare un evento che il Covid-19 ci aveva reso impossibile, a dimostrazione che Grosseto non si ferma e che continua a volgere lo sguardo verso il futuro“.

Il vescovo Rodolfo, che da giovane novizio ha più volte avuto occasione di incontrare e parlare con La Pira ogni volta che questi si recava al santuario francescano di La Verna, ha raccontato alcuni episodi soffermandosi sul senso della sua testimonianza.

Grazie della scelta – ha esordito monsignor Cetoloni –. Con commozione partecipo volentieri a questa cerimonia, per la mia conoscenza personale del professore e per consegnare un aspetto che mi ha sempre colpito di lui. Ero giovane novizio a La Verna, negli anni ’60, periodo in cui lui partiva per le sue avventure in tutto il mondo, dal Vietnam ad oltre cortina, e prima di ogni viaggio scriveva ai monasteri di claustrali oppure veniva in luoghi come La Verna, perché le sue radici erano nella realtà della fede, che lui, da vero cristiano che credeva nell’incarnazione, sapeva tradurre nella realtà politica, amministrativa, sociale. Anche la mensa di san Procolo aveva accanto la Messa dei poveri in San Procolo, dove La Pira si faceva catechista spiegando ai poveri il Vangelo. In lui, insomma, c’era una unità di vita, in cui la fede e l’agire erano espressi in maniera esemplare“.

Il vescovo ha poi richiamato un altro episodio, accaduto a Roma negli anni di piombo: “Era nella Capitale con i giovani di Firenze e Fiesole e parlò della politica in quei difficili momenti, ma soprattutto raccontò ai giovani il valore dei luoghi, erano vicini ai Fori imperiali, dove tanti cristiani, nel passato, erano stati martirizzati. Il sangue dato nei primi secoli del cristianesimo richiamava l’esigenza per i cristiani degli anni ’70 di offrire la loro testimonianza pacifica, mentre violentemente il terrorismo colpiva il nostro Paese. La sua non era retorica: La Pira era un giovane dentro. Stargli accanto ti rallegrava”.

Padre Rodolfo ha poi impartito la benedizione “affinchè questo gesto gli sia gradito. La Pira teneva che i segni fossero generativi“.

Tra i presenti all’inaugurazione una nutrita rappresentanza dell’Azione Cattolica diocesana, con il suo presidente Marco Rossi.

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