“Le parole hanno un peso. Si dovrebbe avere più cura nel maneggiarle. Sulla vicenda gazebo se ne sono spese tante, troppe forse, in questi mesi in cui abbiamo affrontato e risolto un problema annoso“.
Così Antofrancesco Vivarelli Colonna, sindaco del Comune di Grosseto, nel commentare il procedimento complesso che ha portato alla gestazione e alla definizione dei bandi per i dehors a servizio di bar e ristoranti; un percorso articolato che ha visto, fra gli altri, anche la collaborazione con la Soprintendenza per la stesura del protocollo per tracciare le linee guida su gazebo e arredo urbano. Il prossimo passo sarà l’individuazione delle aree dove potranno essere previsti i parcheggi pertinenziali a servizio dei bar e ristoranti che amplieranno i coperti grazie ai gazebo.
Per il primo bando, la Commissione ha terminato i lavori lo scorso 24 ottobre: sono risultati ammesse sette attività. Quella per il bando del centro storico ha terminato i lavori oggi e sono risultati ammessi quattro operatori: lo Chalet, il Gallery, il Comix e Langolino.
Per il primo bando, i richiedenti ammessi devono provvedere al frazionamento delle aree prima del rilascio della concessione amministrativa. Ad oggi, nessuno degli operatori ammessi ha presentato questa documentazione. Successivamente, si potrà procedere al rilascio della concessione amministrativa: a quel punto il concessionario avrà tre mesi di tempo per presentare agli uffici urbanistici l’istanza di rilascio del permesso di costruire.
“Quello che mi preme è sottolineare come questa vicenda sia diventata emblematica del modo con qui la politica possa scadere nella demagogia più pericolosa e nel populismo più triviale – continua Vivarelli Colonna -. Definire caos una vicenda che interessa un totale di undici soggetti in tutta la città non è soltanto una narrazione fuorviante: significa mistificare la realtà. Senza nulla togliere alle importanti realtà economiche coinvolte, mi sento di dire che sono percentuali piccole in confronto all’utenza di una città la cui popolazione supera ormai le 83mila persone.
Mistificare la realtà è raccontare, ad esempio, che un’attività chiude perché non gli è stato concesso il dehors senza verificare il fatto non trascurabile che quella attività non abbia invece mai fatto domanda per ottenerlo. Oppure, arrare falsità vuol dire affermare che un’altra attività chiude a causa della norma sui parcheggi, senza sapere che a quella attività non si applica quella norma. Questa amministrazione è seriamente impegnata nel cambiare sensibilmente ed in meglio la vita di cittadini e imprese del territorio e lo sta facendo con passione ed onestà. Spiace vedere che da altre parti lo sforzo sia concentrato soltanto nel partorire bugie“.