Home Grosseto Coeso, il Comune: “Potremmo uscire dalla Società della Salute, nessun potere decisionale per Grosseto”

Coeso, il Comune: “Potremmo uscire dalla Società della Salute, nessun potere decisionale per Grosseto”

di Redazione
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Essere socio di maggioranza di un’azienda e non avare nessun peso decisionale all’interno del consiglio di amministrazione è una condizione che non sarebbe tollerata mai in nessuna realtà imprenditoriale. Non vedo perché invece all’interno della Società della Salute sia la normalità“.

Così Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto, nel commentare il fatto che il Comune sta valutando la possibilità di uscire dal Coeso dopo che non è stata accolta la richiesta dell’Ente di rivedere il calcolo delle quote di partecipazione all’assemblea dei soci della Società della Salute.

Il previsto riordino dei distretti socio-sanitari e delle Società della salute avrà conseguenze pesanti sull’organizzazione e sull’erogazione dei servizi – spiega Vivarelli Colonna. Ma non solo: si darà il colpo di grazia alla capacità decisionale del capoluogo, primo contribuente del Coeso con quasi 4 milioni di euro. La disparità sta proprio qui: si paga in base ai residenti, si conta in virtù di criteri politici decisi a Firenze. Sarà un vero e proprio depotenziamento, all’interno dell’assemblea dei soci della futura Società della salute, dei sindaci delle città più popolose e quindi più rappresentativi, creando un’evidente stortura democratica nel processo decisionale in uno dei temi più vitali, fondamentali e decisivi per la qualità della vita di una popolazione“.

Il Comune di Grosseto ha, di conseguenza, chiesto la revisione dello statuto, nella parte che rivede il calcolo delle quote di partecipazione, per introdurre un peso su base demografica.

Se le nostre richieste non saranno valutate positivamente dall’assemblea dei soci – continua Vivarelli Colonna -, il Comune di Grosseto si riserva la facoltà di valutare le procedure per ritirare le quote di partecipazione al consorzio, facendo mancare non solo il 30 per cento del valore del fatturato, ma anche il presupposto normativo per la sopravvivenza del consorzio stesso. Noi vogliamo restare, ma vogliamo contare. Lo dobbiamo ai nostri concittadini e alla loro salute“.

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