Il Comune di Grosseto ha rispettato anche quest’anno il Patto di stabilità.
“Si tratta di un risultato dal grande significato e decisamente non scontato – ha spiegato il vicesindaco e assessore al bilancio, Paolo Borghi –, considerando i tagli subiti quest’anno e nei precedenti, oltre che le difficoltà di fare fronte alla crisi e alle crescenti necessità dei cittadini. Ma la situazione è insostenibile, non si può andare avanti in questo modo che mette in seria difficoltà gli enti locali. Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta grazie ai conti a posto che ci permettono di evitare le conseguenze automatiche negative previste dalla Legge per gli enti che sforano rispetto ai vincoli di stabilità. Faccio i miei complimenti a tutta la struttura che ha saputo scegliere le priorità, eliminare gli sprechi e garantire i servizi al cittadino”.
I dati
Le cifre dimostrano come l’amministrazione comunale abbia dovuto in questi anni far fronte ad una situazione particolarmente pesante di tagli nei trasferimenti statali (dagli oltre 16,5 milioni di euro ricevuti nel 2006 ai poco meno che 9 milioni del 2013) e di prelievi da parte dello Stato.
Le quote Imu versate dai cittadini grossetani sono andate infatti per circa 3 milioni di euro allo Stato sia nel 2013 che nel 2014.
Il Comune ha versato al Fondo nazionale di solidarietà comunale molto più di quanto abbia ricevuto in termini di trasferimenti, conferendo oltre 1,1 milioni di euro nel 2013 e oltre 1,5 milioni nel 2014. L’amministrazione è riuscita anche nella pesantissima opera di spending review voluta anche per il 2014 dallo Stato per oltre 4,5 milioni di euro. Dal 2011 ci sono stati quasi 15 milioni di euro di spending review e altri 2 milioni di euro sono quelli già previsti per il 2015.
“Eppure il 2014 – ha aggiunto il vicesindaco – ci ha visti impegnati costantemente nel risanamento dei conti e nella riduzione della spesa, senza intaccare gli investimenti nei servizi sociali e in quelli scolastici. Abbiamo raggiunto la quota record di 40 milioni di euro nella riduzione del debito dal 2006, abbassando a livelli fisiologici i cosiddetti ‘residui attivi vetusti’, dal 33% al 23%, rinegoziando mutui e combattendo con rigore l’evasione fiscale, recuperando nell’anno appena conclusosi circa 2 milioni di euro, oltre 10 milioni solo considerando gli ultimi anni”.