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Piano paesaggistico, Marras: “Strumento staccato dalla realtà”

di Redazione
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La Provincia di Grosseto invia alla Regione Toscana le osservazioni al Pit, il Piano paesaggistico adottato dal Consiglio regionale lo scorso 2 luglio.

Siamo sicuri che la Regione terrà conto del nostro contributocommenta Leonardo Marras, presidente della Provincia di Grosseto – così come dei contributi che arriveranno dagli altri territori, prima di portare il piano in approvazione definitiva. Dalla disamina del Piano emerge lo spessore culturale e il livello impresso dalle Università, ma è evidente che manca del confronto con molte cose della realtà. Ciò che critichiamo di più è il metodo con cui è stato elaborato il Pit: senza tener conto dell’importante patrimonio pianificatorio degli Enti locali della Toscana, costruito negli ultimi 10 anni, attraverso i piani territoriali di coordinamento e i Piani di settore delle Province; i Piani strutturali e i Regolamenti urbanistici dei Comuni, frutto di una profonda conoscenza dei bisogni e delle opportunità di sviluppo di ogni singola realtà territoriale. Questo è, a nostro avviso, il primo grave limite del Pit regionale, da cui discendono una serie di altre problematiche non meno serie”.

La primacontinua Marras – è l’applicazione del Pit, così come è stato adottato dalla Regione, che richiederà lunghi e complessi processi di adeguamento di tutti gli strumenti di pianificazione nelle diverse scale. Tutti i piani e i programmi, regionali e locali, sono obbligati a conformarsi al Pit, ma non sarà una cosa semplice. Molti aspetti rendono questo Piano di difficile lettura, ingenerando difficoltà interpretative e di gestione, nel rilascio delle autorizzazioni ai cittadini”.

I nostri ufficispiega  il presidente hanno inoltre rilevato degli errori grafici nella individuazione dei vincoli, che potevano essere evitati se ci fosse stato un maggior coinvolgimento. La previsione di un’area archeologica di 6mila 300 ettari tra Magliano in Toscana e Scansano, che sarebbe la più vasta del mondo senza nessuna evidenza scientifica, è l’esempio limite di ciò che deve essere corretto“.

Quello che più preoccupa la Provincia di Grossetoaggiunge Marras è che tutti i Piani e tutte le varianti urbanistiche per essere approvati dovranno prima ottenere il visto di adeguatezza al Piano paesaggistico da parte della Soprintendenza, oltre che dalla Regione. Questo significa allungare i tempi fino alla paralisi dei procedimenti di pianificazione e dello sviluppo dei territori. Infine, è prevista la conferenza dei servizi per i Piani attuativi che investono beni paesaggistici. Poteva avere un senso come norma di salvaguardia in attesa del Pit, invece è rimasta anche dopo l’adozione, appesantendo e allungando ulteriormente i tempi di numerose pratiche paesaggistiche, anziché snellirle“.

Auspichiamoconclude Marras che la Regione intervenga restituendoci uno strumento comprensibile, di agevole consultazione e di corretta applicazione. Si ritiene inoltre indispensabile una ridefinizione complessiva dei beni paesaggistici e delle aree Galasso con un maggior coinvolgimento degli uffici delle Province“.

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