Il Consiglio comunale ha adottato il Piano di rischio aeroportuale che definisce limiti e regole rispetto alle nuove edificazioni in prossimità di uno scalo aeroportuale individuando gli indici da applicare alle varie aree di tutela ed alle varie funzioni che vi si prevedono.
“Una pianificazione complessiva che si dimostra coerente nel tempo – ha spiegato il sindaco Bonifazi – e nella quale si inserisce questo piano di rischio aeroportuale progettato interamente dai nostri tecnici e che tiene conto di una realtà importante a ridosso della città”.
A Grosseto ha infatti sede l’aeroporto “Corrado Baccarini”, uno dei principali aeroporti militari italiani e con anche un’attività legata al traffico civile. Nelle aree limitrofe, come stabilito dalla “Codice della Navigazione Aerea” e nel rispetto del Regolamento dell’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, si deve tenere conto della situazione nella definizione e nelle modalità dello sviluppo territoriale. L’Amministrazione ne ha tenuto conto nel Regolamento urbanistico comunale approvato nel 2013 ma anche in occasione delle pianificazioni precedenti che hanno infatti visto lo sviluppo cittadino concentrarsi sulle direttrici nord, est e sud. Oggi vengono quindi individuate una zona A, dove la presenza di edifici e strutture deve essere limitata al massimo e dove sono ammissibili solo realtà a basso impatto e, naturalmente, non residenziali. Esistono poi una zona B, dove può essere prevista una “modesta funzione residenziale” e quindi una zona C, dove sono ammissibili un “ragionevole incremento della funzione residenziale” e “indici di edificabilità media”. E infine una zona D dove è previsto un livello minimo di tutela che impedisce comunque la realizzazione di realtà a impatto antropico intensivo (edifici ad elevato affollamento, centri commerciali, ecc.). Gran parte del territorio che si trova nei pressi dell’aeroporto è di tipo agricolo e con insediamenti rurali. A nord-est della pista di atterraggio (aree B e C) insistono due aree artigianali, una di iniziativa privata e una di iniziativa pubblica (PIP nord). A sud ovest le aree di tutela comprendono invece un piccolo insediamento residenziale a Principina terra (aree B e C). Ancora più a sud insistono altre strutture ricettive. E’ stata comunque portata avanti un’analisi approfondita sulla consistenza dimensionale e funzionale degli insediamenti interessati e in considerazione delle previsioni urbanistiche vigenti. Nella zona A (quella più a ridosso dell’aeroporto) troviamo quasi completamente una zona agricola “a bassissimo carico antropico” nella quale non ricade nessuna nuova previsione dal Regolamento urbanistico. Anche in zona B (quella che lambisce Principina Terra a sud-ovest e interessa l’argine del vecchio diversivo a nord-est) troviamo aree agricole e pochi insediamenti urbani dagli indici di edificabilità bassi e comunque provenienti da vecchie previsioni urbanistiche. In zona C (quelle soprattutto agricole che risultano parallele alla lunghezza della pista e che arrivano ad interessare parte del Pip nord) permangono anche vecchie previsioni urbanistiche fatte salve dall’attuale Regolamento urbanistico. In zona D (quella che arriva fino al limite ovest della città) esistono soprattutto zone agricole ma anche aree antropizzate con destinazioni residenziali a bassa intensità abitativa e piccoli insediamenti di tipo artigianale.
Per i prossimi 30 giorni consecutivi si dispone la pubblicazione del piano adottato sul sito istituzionale dell’Ente.