Quasi tremila disoccupati in più rispetto al 2010. E’ quanto emerge da una prima elaborazione dei dati della Provincia di Grosseto sul numero di iscritti al Centro per l’impiego al 30 giugno 2012: si tratta di 24.009 unità a fronte dei 21.265 del primo semestre del 2010. Dati parziali e non definitivi, perché il report ufficiale verrà presentato solo a settembre, nel corso del prossimo tavolo del lavoro, quando sarà possibile avere chiaro l’andamento della stagione estiva.
Netto calo degli avviamenti al lavoro, che nel primo semestre 2012 sono 23.984, rispetto allo stesso periodo del 2010, in cui erano 27.376.
“Credo che il picco più acuto della crisi sia stato raggiunto. – commenta Leonardo Marras, presidente della Provincia di Grosseto – Adesso stiamo attraversando una fase di assestamento, molto difficile e dolorosa. Si profila, infatti, un grave problema occupazionale: dal 2010 sono aumentati gli iscritti alle liste di collocamento di quasi 3mila unità. E se questo dato lo mettiamo insieme all’esplosione della cassa integrazione, soprattutto quella in deroga, e al fatto che le tipologie di lavoro che prendono il via sono le più frastagliate, con sempre meno contratti a tempo indeterminato e sempre meno avviamenti al lavoro, è evidente che bisogna fare una riflessione molto seria sulle ripercussioni di questa situazione rispetto alla tenuta sociale”.
“Dietro ai numeri – continua Marras – ci sono problemi che richiedono l’impegno della collettività per essere affrontati. Una riflessione che va portata avanti come società, in quanto nessuno è in grado di superare da solo il difficile momento. Ecco perché la Provincia ha organizzato sul territorio 100 incontri nei prossimi 6 mesi. Il primo è in programma giovedì 9 agosto a Pitigliano. Visiteremo 50 imprese del territorio provinciale, di diversa tipologia, dall’agricoltura al turismo alle nuove tecnologie, quelle in crisi e quelle che stanno andando bene, per analizzare criticità e punti di forza. Incontrerò i titolari e i lavoratori insieme al sindaco di ogni comune. Visiteremo, inoltre, 30 luoghi simbolo della società, comunità religiose, del volontariato sociale, della cooperazione e della cultura, e 20 scuole, per parlare insieme agli studenti del loro futuro. Con questa iniziativa non ci aspettiamo di trovare la soluzione a tutti i problemi: vogliamo piuttosto rafforzare la coesione sociale ed economica, nella convinzione che parallelamente agli interventi istituzionali sia necessario favorire la conoscenza, lo scambio e lo sviluppo di nuove forme di cooperazione tra diverse realtà del territorio, da cui potrebbero scaturire nuove opportunità di sviluppo. Dobbiamo unire le forze se vogliamo uscire dalla crisi nel modo migliore.”