Una manifestazione partecipata, quella che si è tenuta oggi a Follonica da parte dei lavoratori della Venator, che, oltre a scioperare, hanno manifestato per chiedere garanzie sul proprio futuro, dopo che l’azienda ha comunicato il licenziamento di 41 lavoratori.
“Vogliamo denunciare ancora una volta l’atteggiamento irresponsabile dell’azienda, che negli anni si è vantata di avere buoni rapporti con il territorio – ha spiegato Gianluca Fè, segretario Femca Cisl Grosseto -, che il 21 settembre ci ha recapitato una pec dove annunciava 41 licenziamenti ai quali si aggiungono anche una ventina di contratti a tempo determinato che sono già stati dismessi. Abbiamo incontrato una delegazione di rappresentanti dell’azienda che, però, ha il solo compito di fare da tramite tra i vertici e i lavoratori e quindi ci chiediamo a che scopo? Noi continueremo a fare di tutto per contrastare questa procedura, nonostante alcune proposte già avanzate che l’azienda ci ha rifiutato, e anzi faremo anche un richiamo alle istituzioni e alla Regione affinché si trovi subito una linea di coerenza e una maggiore rapidità nelle autorizzazioni e nelle procedure burocratiche per togliere, eventualmente, qualsiasi alibi alla Venator”.
“Dietro ai 41 esuberi non ci sono numeri – ha ribadito con forza Katiuscia Biliotti, segretario generale Cisl Grosseto –, ma persone, famiglie e figli. Sono venti anni che parliamo di questo problema e ad oggi i l’unico risultato, negativo, è purtroppo il numero dei licenziamenti. Siamo preoccupati per l’indotto, per i lavoratori della mensa, delle imprese di pulizia e dei trasporti. È giunta l’ora di prendere impegni seri e decisivi, che garantiscano una prospettiva futura sicura per tutti i lavoratori”.
Dopo la manifestazione, in calendario anche un ulteriore incontro nella sede di Confindustria con le Rsu e i segretari di categoria. “Ci auguriamo davvero – ha concluso Biliotti – che ci sia un’apertura da parte dell’azienda per evitare i 41 licenziamenti”.
“La vertenza Venator – ha sottolineato Fabio Berni, segretario regionale della Filctem Cgil – deve approdare al tavolo regionale delle crisi industriali per trovare una composizione che non penalizzi i lavoratori, sulle spalle dei quali non può essere scaricato l’onere di risolvere le contraddizioni dell’azienda. Vanno salvaguardati sia i dipendenti di Venator che quelli delle imprese dell’indotto perché tutti hanno la stessa dignità. L’azienda deve farsi carico della responsabilità sociale che le compete, ritirando la procedura di licenziamento collettivo e individuando soluzioni percorribili anche per i dipendenti delle imprese che gestiscono in appalto pezzi del suo ciclo produttivo. Noi siamo disponibili a ragionare sull’utilizzo di ammortizzatori sociali, nella convinzione che le difficoltà di smaltimento dei gessi rossi e il calo della domanda mondiale di biossido di titanio siano fenomeni transitori. Siamo altresì convinti che si debba ulteriormente sviluppare il percorso di confronto e collaborazione tra azienda e Regione Toscana per dare tempestiva soluzione alle questioni relative alla diminuzione degli scarti di lavorazione e all’individuazione di siti temporanei di stoccaggio”.