“La Maremma per la pace – Tradizione e stornelli”: questo è il titolo dell’evento proposto alla vigilia delle feste natalizie, che sarà presentato dal giornalista Giancarlo Capecchi.
L’iniziativa promossa dall’associazione Maremma Cultura Popolare e dalla Pro loco di Roselle con la partecipazione della Cna di Grosseto, avrà luogo alla Camera di Commercio di via Cairoli 10, sabato 17 dicembre, a partire dalle 17.
L’appuntamento, che, a causa della pandemia, per alcuni anni non è stato possibile realizzare, torna per promuovere le tradizioni, ma anche per un saluto all’insegna delle feste natalizie. Questa sarà anche l’occasione per parlare del tema della pace, che oggi preoccupa tutti.
Saranno presenti alcuni poeti estemporanei (Elino Rossi, Lorenzo Michelini, Mauro Chechi, Fernando Tizzi), Irene Marconi (una voce femminile) e il giovanissimo Samuele Tosi.
Interverranno anche alcuni cori della tradizione: Coro degli Etruschi, i Carbonai di Maremma (nella foto), i Cantori dei tempi passati ed il giovane Marco Renzi di Massa Marittima, che presenterà un pezzo del cantastorie Eugenio Bargagli dedicato a don Zeno di Nomadelfia.
Una presenza d’eccezione sarà quella di Argia, il personaggio più popolare del teatro maremmano.
La Filarmonica (società musicale bandistica della città di Grosseto) sfilerà nel centro della città per annunciare l’evento, che verrà ripreso da TV9.
Stornellare per augurarsi un buon Natale
Il cuore di questo spettacolo popolare sarà caratterizzato dagli “stornelli” improvvisati dai poeti.
Lo stornellare è stata una delle espressioni più diffuse nel mondo delle tradizioni. Soprattutto in Toscana – e in particolare in Maremma – si stornellava spesso durante i lavori agricoli.
Scriveva Renato Fucini in un suo racconto: “Da ogni bosco, da ogni vigna e da ogni uliveta, erano frulli di rispetti e di stornelli che andavano a fondersi nell’aria coi frulli e coi canti degli uccelli che popolavano a stormi il giallore delle stoppie e il verde dei boschi...”.
La stessa cosa ce la fa notare il poeta contadino Morbello Vergari: “Nei campi di grano maturo, i mietitori, uomini e donne, scesi dalla montagna, cantavano con lena mietendo, facendo concorrenza all’insistente frinire delle cicale sugli alberi storditi dal sole. Anche gli uliveti, durante la raccolta delle ulive, risuonavano dei canti delle raccoglitrici e allora la quiete si vestiva di gaiezza...”
Generalmente gli stornelli erano appresi oralmente e quindi cantarli diventava un esercizio di memoria (oltre che di voce), per questo lo stornellare si prestava a fare delle “gare” dove chi ne sapeva di più vinceva la competizione.
Spesso si iniziava con l’invito a gareggiare:
“Se voi veni’ co’ me a canta’ stornelli
lèvéti la mattina avanti a’ galli
lèvéti la mattina avanti a’ galli
così si fa’ chi le canta più belli”.
L’interesse per gli stornelli nel passato è stato notevole, tanto che, con la diffusione dei dischi in vinile, diversi cantanti hanno registrato varie raccolte di “Stornelli” (ad esempio le incisioni di Narciso Parigi, Carlo Buti, Walter Carlesi, Adriano Cecconi o di Claudio Villa), che hanno finito per influenzare anche il canto tradizionale.
Gli stornellatori più apprezzati nel mondo popolare sono stati quelli che hanno dimostrato non comuni qualità vocali. In Maremma un solista d’eccezione è stato Sesto Vergari (1938 – 2016) che, con la propria voce forte e sostenuta, ha caratterizzato il repertorio degli stornelli con grande libertà esecutiva ed ha finito per dare una impronta personale alle proprie esecuzioni.
L’iniziativa di sabato 17 dicembre sarà un modo per dare nuova voce alla cultura popolare riportando l’attenzione sui temi di oggi, con una forma che contrasta con i modelli consumistici di una società che sta perdendo i propri valori e al propria memoria.