“Le cronache di questi giorni raccontano di un duro scontro in atto tra l’assessore al personale del Comune di Grosseto, Giacomo Cerboni, e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil”.
A dichiararlo, in un comunicato, sono i consiglieri comunali del Partito democratico e della lista Mascagni sindaco.
“Il fatto non sarebbe eccezionale se attenesse alla normale dialettica tra parte datoriale e rappresentanti dei lavoratori per la modifica di condizioni contrattuali, ma qui pare sia accaduto qualcosa di ben altro: di inusuale, e di grave – spiegano i consiglieri -. Ed è per questo che abbiamo presentato un’interrogazione per chiedere conto all’assessore di quanto compiuto. Cerboni avrebbe infatti indetto un’assemblea per il 25 giugno scorso, invitando tutti i dipendenti comunali per discutere il seguente ordine del giorno: nuovo orario di lavoro, contratto collettivo integrativo, progressioni orizzontali. Tutti argomenti attualmente oggetto di contrattazione con le delegazioni sindacali, sennonché di quell’assemblea proprio i sindacati erano stati tenuti all’oscuro”.
“Del tutto comprensibile la reazione delle organizzazioni sindacali, a tutela innanzitutto dei singoli lavoratori, ma anche a tutela della stessa funzione riconosciuta dalla legge al sindacato, che in questo modo verrebbe letteralmente scavalcato dalla parte datoriale – prosegue il comunicato -. Non stupisce allora che siano state preannunciate azioni giudiziarie nei Confronti del comune, ipotizzandosi una condotta antisindacale ai sensi dell’articolo 28 dello statuto dei lavoratori. Un fatto che, se si concretizzasse, si rivelerebbe di assoluta gravità, e non solo per le conseguenze di ordine finanziario che ne deriverebbero. Ma non è tutto, perché ciò che i sindacati contestano è anche lo sconfinamento compiuto dall’assessore Cerboni in materie che sono di esclusiva competenza del dirigente del settore, che in questa vicenda è stato sostanzialmente esautorato. Nel nostro ordinamento esiste infatti una ben precisa distinzione tra le funzioni di indirizzo politico-amministrativo, di esclusiva pertinenza degli organi di governo, e le funzioni di gestione e attuazione dell’attività amministrativa, di esclusiva pertinenza delle figure dirigenziali“.
“Si badi bene, non si tratta di sottigliezze giuridiche, perché in ciò si sostanzia quel principio di separazione tra politica ed amministrazione che costituisce un fondamentale presidio di efficienza e trasparenza della macchina amministrativa. A che pro, allora, un’azione così scomposta e (apparentemente) superficiale dell’assessore – termina la nota –? Certo è che un risultato Cerboni lo ha raggiunto, ed è stato quello di creare divisioni tra lavoratori e sindacati (tanto che ha voluto rivendicare pubblicamente la solidarietà ricevuta da alcuni dipendenti), sennonché in questo modo a rischiare di rimetterci saranno proprio i lavoratori”.