“Non avremmo mai pensato di gettare le basi per un progetto sportivo a Grosseto se avessimo saputo che non ci sarebbe stata la possibilità di ottenere una concessione quinquennale per l’utilizzo dello stadio“.
Con queste parole, il presidente dell’F.C. Grosseto, Max Pincione, replica all’assessore comunale allo sport, Fabrizio Rossi, che oggi pomeriggio ha annunciato la messa in mora della società biancorossa per il mancato pagamento del canone dello “Zecchini”.
“Una concessione di almeno cinque anni avrebbe dato ampio respiro al nostro progetto – spiega Pincione, collegato in videoconferenza dal suo ufficio di New York –, creando anche un indotto economico per il territorio. Per un anno abbiamo sopportato questa situazione, abbiamo riposto fiducia nelle promesse fatte dall’amministrazione comunale in merito alla possibilità di stipulare una concessione quinquennale. Il Comune ha fatto in una settimana una variante per l’impianto sportivo di Roselle, forse perchè ci sono rapporti di amicizia in ballo, mentre a noi non ci permettono di utilizzare lo stadio per più anni“.
“Un mese fa è stato fatto un sopralluogo allo stadio e il Comune ci ha additato come fossimo pecore nere, accusandoci di aver lasciato in stato di abbandono l’impianto – sottolinea il presidente biancorosso –. In effetti ci sono tubi rotti, bagni non funzionanti e mancano i tagliaerba, ma non è colpa nostra, bensì della precedente società, l’U.S. Grosseto dell’ex presidente Camilli“.
“Il Comune ormai rifiuta ogni contatto con noi, parla solo attraverso la stampa, forse perchè vuole ingraziarsi i tifosi – incalza Pincione -. Se ci vuole sfrattare, come ha sostenuto l’assessore Fabrizio Rossi, se la dovrà vedere con la Figc e noi ci opporremo in tutte le sedi possibili alla messa in mora. A me sarebbe stata bene anche una concessione annuale, a patto che nei mesi successivi il Consiglio comunale avesse approvato la modifica al regolamento comunale che ci avrebbe permesso di ottenere una concessione quinquennale“.
Il presidente biancorosso non risparmia dalle critiche neanche il sindaco: “Ho chiesto più volte a Vivarelli Colonna di fissare un appuntamento, sono venuto anche dagli Stati Uniti apposta per lui, ma non l’ho mai visto. Anche il procuratore Luca Galletti ha provato a parlargli per programmare un incontro fra me e lui, ma il sindaco ha declinato l’invito senza dare spiegazioni“.
“Il Comune sta facendo di tutto per metterci i bastoni tra le ruote – continua Pincione –, se non ci vogliono basta un pò di chiarezza, siamo disposti a farci da parte e a cedere la società. Ho fatto alcuni sondaggi con la proprietà dell’Ancona solo perchè ho capito che a Grosseto è difficile fare calcio. Ho come la sensazione che il Comune voglia fare del Roselle la società di punta della città, magari con l’aiuto di Camilli. In ogni caso il nostro progetto va avanti, abbiamo allestito anche quest’anno una squadra per provare a vincere il campionato, anche se i giocatori in ritiro a Genga sono preoccupati per questa situazione d’incertezza. Stiamo completando anche gli staff delle squadre del settore giovanile con nomi di spessore“.
Ad entrare nel dettaglio della querelle tra Comune e F.C. Grosseto è l’avvocato Edoardo Adducci, presente in sede insieme a Paolo Iapaolo, amministratore unico della società biancorossa..
“Il Comune si è impegnato a darci il campo e nessuno ce lo toglierà – sottolinea l’avvocato –. La nostra richiesta di un indennizzo di 3 milioni di euro parte dal fatto che la società, Pincione e i suoi soci hanno avuto dei danni a causa del comportamento dell’amministrazione. A luglio 2015, ci era stata promessa una convenzione quinquennale, condizione indispensabile per metter le ali al nostro progetto milionario per il rilancio del calcio a Grosseto. il Comune, inoltre, ci aveva assicurato che avrebbe sistemato lo stadio. Ad agosto dell’anno scorso, abbiamo scoperto l’esistenza di una causa in corso tra l’amministrazione comunale e l’ex presidente Camilli, poichè quest’ultimo aveva lasciato lo ‘Zecchini’ in uno stato di palese abbandono, ma il Comune ci ha nascosto questa situazione, dichiarando alla nostra società che non c’erano prove che lo stadio fosse in cattive condizioni quando PIncione ha deciso di acquistare il Grosseto“.
“Finchè non verrà dimostrato che non spetta a noi pagare per la manutenzione dello stadio e per i danni registrati al momento del nostro arrivo – continua Adducci –, noi non salderemo il canone per la concessione dello stadio durante la scorsa stagione sportiva. Se il Comune ad agosto 2015 ci avesse detto della causa in corso con Camilli, Pincione non avrebbe firmato la convenzione e avrebbe risparmiato un milione e 800mila euro spesi nello scorso campionato di serie D. A settembre ci sono stati due sopralluoghi tra i tecnici del Comune e i rappresentanti della vecchia società, sempre per questa vertenza, ma nessuno ci ha informato. Inoltre, il Tribunale ha stabilito che sotto la gestione di Camilli lo stadio ha subito danni per 90mila euro: il risarcimento di tre milioni che abbiamo chiesto al Comune è proprio perchè ci sono state nascoste queste problematiche. L’amministrazione comunale ci ha chiesto 15mila euro al mese per il canone dello stadio, sottolineando che ci avrebbe trattati bene, quando in realtà Camilli negli ultimi tre anni non ha mai pagato la convenzione e nessuno ha detto niente“.
“Per quanto riguarda la nostra presunta richiesta di sponsorizzazione al Comune – aggiunge Adducci –, bisogna dire che è stato l’assessore Rossi a proporci un main sponsor, una multinazionale del nord Italia, in caso di ripescaggio in Lega Pro, ma credo che in realtà non ci fosse niente di concreto da questo punto di vista“.
“Chiediamo il risarcimento di tre milioni – sottolinea ancora Pincione – perchè il Comune non ci ha dato la concessione quinquennale e ha tarpato le ali al nostro progetto. Abbiamo fatto una squadra per vincere il campionato, ma se non ci vogliono ce ne andiamo. Se non abbiamo presentato la domanda per il ripescaggio in Lega Pro è solo per colpa del Comune, perchè non ci consente l’utilizzo dello stadio“.