Follonica (Grosseto). In occasione del Giorno del Ricordo, il Comune di Follonica patrocina l’iniziativa del comitato 10 febbraio, a cui ha collaborato Francesca Carpenetti, dirigente nazionale del comitato, per mantenere viva nella memoria la tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.
La commemorazione avrà luogo venerdì 7 febbraio, nella Sala Tirreno, alle 8.30. L’iniziativa è riservata agli studenti degli istituti scolastici di Follonica.
Il programma
Interverranno, per i saluti istituzionali, il sindaco di Follonica Matteo Buoncristiani e l’assessore alla cultura Stefania Turini.
A seguire, verrà proiettato il docu-film “Io ricordo. La terra dei miei padri”, alla presenza del regista Michelangelo Gratton. Nel docufilm spicca la presenza e la testimonianza dell’ammiraglio Romano Sauro, nipote diretto dell’eroe istriano e nazionale Nazario Sauro, Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria. La narrazione della storia dell’Istria è arricchita dal contributo di diversi storici, come Giordano Bruno Guerri, Gianni Oliva e Marino Micich, oltre che dalle testimonianze di molti esuli – tra cui emerge quella di Abdon Pamich, nativo di Fiume, medaglia d’oro nella 50 chilometri di marcia alle Olimpiadi di Tokyo 1964 – ma anche quelle degli italiani che scelsero di non abbandonare le terre dei padri e che oggi continuano a mantenere vive le tradizioni e la cultura italiane delle terre del confine orientale attraverso le attività delle loro comunità.
Il comitato 10 febbraio è un’associazione di promozione sociale con lo scopo di difendere e diffondere la cultura italiana delle terre giuliane e dalmate e mantenere vivo il ricordo delle tragedie che hanno coinvolto le loro popolazioni nel Novecento. L’associazione intende in particolare agevolare la celebrazione del Giorno del Ricordo, istituito con legge n. 92/2004 “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.