Grosseto. La Cisl scuola ribadisce la propria contrarietà rispetto al piano di dimensionamento scolastico e lo fa a seguito dell’incontro, promosso dall’Unione delle Province italiane (Upi) e dalla Provincia di Grosseto, che ha visto martedì 17 ottobre anche la partecipazione dell’assessore regionale all’istruzione Alessandra Nardini e di molti rappresentanti dei Comuni del territorio, dirigenti scolastici e organizzazioni sindacali.
“Ben vengano occasioni di confronto come quelle promosse a Palazzo Aldobrandeschi – commenta Alfonso Nocchi, segretario generale di Cisl Scuola Grosseto -. Dobbiamo, in modo unitario, insistere perché i tagli non siano indiscriminati, perché ne va non solo dell’istruzione dei ragazzi e del lavoro del personale impiegato nelle scuole, ma anche della tenuta sociale delle comunità. Ci sono tante situazioni da attenzionare e valutare, perché in molte aree, soprattutto quelle più interne e meno collegate, non si può semplicemente applicare la regola dei numeri”.
Durante l’incontro è intervenuto Sergio Ceccacci, segretario organizzativo di Cisl Scuola: “Siamo nettamente contrari al metodo adottato dal Governo sul piano di ripartizione: la proiezione di cosa accadrebbe, se i tagli fossero portati avanti come previsto, ci dà la misura di quanto, su un territorio esteso, scarsamente popolato e mal collegato come il nostro, otterremmo solo l’acuire delle disuguaglianze tra cittadini e la messa al rischio del diritto allo studio. Abbiamo già vissuto, in passato, accorpamenti o trasferimenti di scuole da istituto a istituto, che hanno determinato grandi difficoltà organizzative: dobbiamo fare in modo che questo non accada e perciò apprezziamo l’impegno della Regione Toscana, della Provincia di Grosseto e dell’Upi in questo senso. Ricordiamo che il decreto interministeriale di giugno prevede la redistribuzione e il taglio delle autonomie scolastiche, passando dalle 470 dell’anno scolastico 2023/2024 alle 455 del 2024/2025, per arrivare poi, nel 2025/2026 a 452 autonomie e nel 2026/2027 a 446: una perdita, in soli quattro anni, di 24 istituti alla quale dobbiamo opporci”.
Secondo la Cisl Scuola, quindi, il compito di valutare la riorganizzazione scolastica dovrebbe spettare alla Regioni: “Su questo tema deve essere lasciata autonomia alle amministrazioni regionali e un canale di confronto aperto con Comuni, Province, organizzazioni sindacali – conclude Ceccacci –, anche perché la Toscana ha già correttamente dimensionato la gestione delle scuole, attraverso gli istituti comprensivi”.