Baccinello di Scansano (Grosseto). Indissolubilmente legati tra di loro, la miniera di Baccinello e l’Oreopithecus bambolii, per gli amici Sandrone, segnano un altro gol.
L’apertura straordinaria del Museo della miniera nel fine settimana del 24 e del 25 giugno – per dare visibilità ai lavori degli studenti del plesso scolastico di Roccalbegna, che ad aprile hanno vinto il concorso “La miniera e la scoperta dell’Oreopiteco” – è in effetti stata l’occasione per lanciare in anteprima un nuovo progetto con le scuole: “Scuola in miniera”. I due giorni di incontri tra i ragazzi e i loro insegnanti, e con i genitori e gli amici che finalmente hanno potuto vedere i lavori esposti, hanno attratto sul posto anche altri visitatori. Confermando l’importanza di percorsi scolastici magnificamente compenetrati dalla scoperta e dal lavoro sul campo, oltre che dentro le aule. Questo progetto nel suo insieme è “Scuola in Miniera”: un lavoro di preparazione in classe per poi andare a scoprire concretamente la storia nel suo luogo di origine, dando vita a lavori singoli e di gruppo che dimostrano la maturità acquisita grazie a questo metodo.
“Nell’anno scolastico appena trascorso – spiega il presidente dell’associazione Miniera, Sergio Fontani – abbiamo voluto riprendere il lavoro di formazione che avevamo intrapreso con le scuole alla fine del 2019. Con due docenti d’eccezione come Lucilla Salimei e Lorenzo Rook, abbiamo portato a scuola alcuni capitoli fondamentali della storia locale lavorando insieme a un pool di insegnanti che ha condotto i ragazzi ai risultati sorprendenti oggi visibili in esposizione. Ricordando che Baccinello e la sua miniera sono i protagonisti di una scoperta unica al mondo che ha il dovere e il diritto di entrare nel bagaglio culturale degli studenti”.
La scoperta, nel 1958, dello scheletro intero di questo primate di cui non si sono più ritrovati altri esemplari in connessione anatomica come l’Oreopiteco di Baccinello, racconta che circa otto milioni di anni fa il mare Tirreno era una costellazione di isole separate dai continenti circostanti e la Maremma era una di queste. Inutile dire che proprio Baccinello e i luoghi della miniera diventano così una palestra di studio e di ricerca per gli studenti dell’area grossetana e in generale per tutte le scuole: primarie, secondarie e secondarie superiori.
Sono Lorenzo Rook, professore ordinario di paleontologia dell’Università di Firenze, che da oltre 30 anni conduce studi e ricerche a Baccinello, e Lucilla Salimei, la regista romana che qualche anno fa aveva intuito l’enorme potenziale scientifico e culturale tenuto insieme con tenacia da Fontani per anni, i veri protagonisti dell’iniziativa “Scuola in miniera” quale volano di valorizzazione formativa per i ragazzi. Proprio qui, da qualche anno, Rook porta anche i suoi studenti del Dipartimento di Scienze della Terra per alcune sessioni di studio grazie anche alle attività del National biodiversity future centre (Nbfc, il Centro nazionale per la biodiversità del Pnrr) e sempre qui, nel 2022, ha terminato i lavori di un simposio internazionale di paleontologi.
“In sintesi – prosegue Sergio Fontani – ‘Scuola in Miniera’ si occupa di portare nelle scuole primarie, secondarie e superiori il lavoro svolto per il recupero della memoria e delle attività dei minatori insieme all’importantissima valorizzazione della scoperta dello scheletro intatto dell’Oreopithecus bambolii, scoperta unica a livello mondiale, proprio nella miniera di Baccinello. Nel centro didattico comunale abbiamo creato un vero museo, dove si sono dedicate aree ad attività diversificate e spazi mostra, e dove abbiamo una grande sala conferenze adibita a sala di proiezione”.
Proprio qui, infatti, è anche possibile vedere il documentario “Miniera” di Lucilla Salimei, che da cinque anni è protagonista di una vera e propria tournée anche fuori regione.
“Con la presentazione del progetto ‘Scuola in Miniera’ – conclude Fontani – siamo aperti agli inviti degli istituti scolastici della nostra provincia, di tutta la regione e anche da fuori regione. Il plesso scolastico di Roccalbegna è stato un risultato eccezionale che dimostra la validità dell’offerta formativa che abbiamo strutturato. Ora ci apriamo per accogliere le richieste che già nel 2019 avevano iniziato a farsi strada anche sulla base di gite scolastiche dedicate a questa scoperta”.
Per chi non era più abituato a osservare tutta questa attività nella piccola frazione di Scansano, incuneata tra i comuni di Roccalbegna e Campagnatico e a pochi passi da Grosseto, il risultato è enorme: in pochi anni, raccogliendo una lunga eredità di studi e di ricerche, nonché di promozione sul posto, l’associazione Miniera è riuscita a rendere merito agli avvenimenti unici che si sono verificati in questo piccolo lembo di territorio. Forse, come teorizzava Ernst F. Schumacher, è il caso di tornare a pensare che “Piccolo è bello”.
Informazioni e prenotazioni: Sergio Fontani, cell. 392.2575245, e-mail associazioneminiera@gmail.com
Una nuova scoperta fenomenale del minatore Azzelio Giustarini
Le scoperte di Azzelio Giustarini, il famoso minatore che il 2 agosto 1958, insieme a Enzo Boccalini, trovò lo scheletro dell’Oreopiteco sulla volta di una galleria della miniera di lignite di Baccinello, non sono ancora finite. Sempre nell’agosto 1958, pochi giorni dopo l’eccezionale rinvenimento, Azzelio si ritrovò di nuovo 200 metri sotto terra nella stessa galleria dove era stato scoperto Sandrone. E proprio lì ebbe l’idea di raccogliere dei campioni di carbone e di marna nello stesso ambiente che aveva fossilizzato lo scheletro, probabilmente stato in origine il fondo di un lago.
Portati a casa il carbone e la marna, Azzelio sapeva che non poteva lasciarli al contatto con l’aria – pena la loro disgregazione – e decise quindi di conservarli sotto uno strato di sabbia. Successivamente, quando le macchine confezionatrici sottovuoto divennero strumenti alla portata di tutti, Azzelio prese i suoi campioni e li sigillò in due sacchetti di polietilene goffrato privati di ossigeno, ciascuno con un biglietto autografo che riportava la data storica del 2 agosto 1958.
E poi… se li scordò. In un magazzino dove solo ieri sono riemersi, mentre il minatore cercava altri materiali da portare oggi al Museo della Miniera per l’incontro con i ragazzi delle scuole di Roccalbegna. Una scoperta unica, perché da oggi i reperti sono conservati in una teca del museo di Baccinello e sono gli unici che possono vantare la stessa datazione e provenienza del fossile di Oreopithecus bambolii.