Grosseto. “Le immagini storiche di distruzione evocate dalle guerre di tutti i tempi sembrano intrecciarsi con quelle più attuali, con lo ‘spettacolo’ quotidiano offertoci dalla cronaca, andandosi a configurare come un continuum, come una tragedia mai interrotta e sempre in atto”.
A dichiararlo, in un comunicato, è l’associazione culturale Polis 2001.
“Dalla guerra di Troia, con i suoi resoconti storici e bibliografici, al dramma della guerra in Ucraina, con la veloce e prepotente pervasività delle immagini sparate a ripetizione da un’evoluta tecnologia della comunicazione. Una guerra siffatta, quest’ultima, da una parte sembra coinvolgerci con una modalità estrema, attraverso il dinamismo distruttivo e angosciante delle sue immagini; dall’altra, con la costante e ripetitiva sequela della video-informazione, sembra far svanire la sua immanenza stemperando la tensione nelle nebbie di quelle esplosioni urbane, di quei palazzi squarciati, bersaglio degli attacchi aerei – continua la nota -. Una patina sembra calare sugli schermi, facendoci sembrare lontane quelle lugubri prospettive di morte. Tanto più, questo atteggiamento nichilistico viene ancor più incoraggiato da un pensiero politico fuorviante. È stato fatto di tutto, compreso auto-censure e compressioni del dibattito pubblico, pur di non ammettere a noi stessi d’essere in guerra. Ma lo siamo! Purtroppo!.
“Come stato italiano, non stiamo semplicemente ‘inviando armi’ all’Ucraina, ma attivamente partecipando ad un conflitto che sta producendo centinaia di migliaia di morti- dichiara Francesco Tarsi, dell’associazione culturale Polis 2001, da sempre impegnato attraverso la sua attività teatrale di divulgazione del pensiero pacifista -. Ora, è utile ricordarlo, questo intervento militare è stato legittimato con il ricorso al principio della ‘guerra giusta’ e con lo scopo di ottenere la pace. A più di un anno di distanza stiamo vedendo che non solo la pace non è più nemmeno sul tavolo dei negoziati, ma che abbiamo pensato di cavarcela con le sanzioni, inefficaci per fermare i russi ma efficienti nel colpire la nostra economia”.
“Insomma, alla fine, chi ci rimette davvero sono le persone comuni, quelle che la guerra neanche la vogliono e le persone indifese come i bambini – prosegue il comunicato -. In questo clima generale, forse, si può comprendere meglio quello che intendeva Martin Luther King, quando diceva che: ‘Ora, però, io vedo che la distruttività potenziale delle armi moderne elimina totalmente la possibilità che la guerra rappresenti mai più un bene negativo. Se ammettiamo che l’umanità ha il diritto a sopravvivere, allora dobbiamo trovare un’alternativa alla guerra ed alla distruzione. Nella nostra epoca di veicoli spaziali e di missili balistici telecomandati, la scelta è tra la non-violenza e la non-esistenza. Io non sono un pacifista dottrinario, ma ho cercato di abbracciare un pacifismo realistico, che considera la posizione pacifista come il male minore nelle circostanze attuali’. Parlare oggi seriamente di pace è perciò rivoluzionario, perché il sistema dominante non vuole trovare affatto un’alternativa alla guerra e alla distruzione. Il nostro umile contributo è perciò nel ricordarci che, come scrive sempre Martin Luther King della sua esperienza personale: ‘La non violenza divenne più che un metodo a cui io davo il mio assenso intellettuale: divenne dedizione ad una forma di vita’ .
“Con queste motivazioni di fondo, noi, come Polis 2001, vogliamo riprendere e intraprendere un percorso di consapevolezza e di merito a riguardo, veicolando il pensiero dei grandi autori della cultura greca – prosegue la nota -. Pensiamo che Troia, con i testi di Omero, Virgilio, Saffo, Euripide, Seneca e Shakespeare, possa rappresentare ogni guerra in ogni tempo, e proprio attraverso la poesia possa costituire un importante riferimento per i giovani e per la loro formazione. Lo stesso Achille, emblema di ogni eroismo e coraggio, dirà ad Ulisse al suo incontro nell’Ade: ‘Meglio essere un servo e l’ultimo nella vita, che il primo fra i morti’. Nel mito e nella dignità della poesia, si ritrovano alcuni aspetti della guerra che portano alla pace. Su questo filone poetico s’innesta la recente produzione di Maria Modesti, scrittrice di grande rilievo del panorama teatrale italiano, nata e residente in Maremma. La protagonista della sua storia scritta due mesi dopo l’inizio della guerra in Ucraina, si chiama Olena. Olena perde il suo bambino durante le prime settimane della guerra e diventa l’emblema di una pace che deve arrivare prima di ogni altra occasione di guerra e di distruzione”.
“Consideriamo straziante questa storia, quella delle guerre. Per questo proponiamo, a tutte le scuole medie, inferiori e superiori, di Grosseto di partecipare all’evento teatrale da noi organizzato, dal titolo – termina il comunicato -: ‘Guerra di Troia, guerra di Ucraina, morte e dispersione dei bambini’. La rappresentazione avverrà nell’arena della Cavallerizza di Grosseto grazie a giovani attori e attrici professionisti provenienti da diverse regioni italiane, nei giorni 18, 19, 20 e 22 maggio.. Prima replica alle 9 di ogni giorno. Seconda replica alle 11 di ogni giorno”.
I biglietti
Il costo del biglietto è di 6,00 euro per i ragazzi e omaggio per gli insegnanti in accompagnamento. Gli insegnanti e i dirigenti scolastici di tutte le scuole medie inferiori e superiori di Grosseto sono invitati a sollecitare gli studenti alla partecipazione dello spettacolo diretto da Francesco Tarsi dell’associazione culturale Polis 2001.
Informazioni: e-mail asscultpolis2001@libero.it, cell. 347.2299737.