“Questo anno scolastico è iniziato nel peggiore dei modi perché si è mantenuto un sistema informatizzato che ha confuso chi aveva fatto richiesta di ingresso alle supplenze“. A commentare l’inizio delle attività scolastiche è Alfonso Nocchi, segretario generale della Cisl scuola Grosseto.
“Il sette settembre, al termine delle nomine, ci siamo trovati di fronte a una trentina di posti non coperti per gli amministrativi, una sessantina per i collaboratori scolastici e una ventina di assistenti tecnici – spiega Nocchi -, che per il normale funzionamento della pubblica amministrazione dei singoli plessi vuol dire tanto. Non avere la capacità di personale porta spesso a non riuscire ad aprire le scuole. Un esempio è quello dell’istituto di Massa Marittima, dove il personale di ruolo è inferiore alle esigenze minime e la dirigenza scolastica ha fatto la richiesta di supplenza mettendo come data di riscontro di presa di servizio il 12 settembre, proprio per far sì che la scuola riuscisse ad aprire”.
Problematiche che si riscontrano non solo a Grosseto e provincia, ma in tutta la regione. Ad esempio, davanti all’ufficio scolastico regionale, stamani i sindacati si sono radunati per protestare contro la mancata sistemazione del personale Ata.
“Tra le altre problematiche – continua Nocchi – c’è quella legata all’algoritmo che andrebbe cancellato o quanto meno modificato in base alle reali disponibilità delle scuole che, chiaramente, dovrebbero avere la possibilità di andare a lavorare vicino casa. Avere un quadro chiaro delle disponibilità reali renderebbe sicuramente più chiara la situazione logistica. La scelta di tornare in presenza, ad esempio, è sicuramente buona, ma la scelta più importante è senza dubbio quella delle vere supplenze rispetto a quelle ipotetiche, anche perché i tempi di oggi non ci consentono di andare incontro a lunghi periodi di assenza da casa e, allo stesso tempo, lavorare vicino casa per cercare di risparmiare tempo e carburante diventa sempre più essenziale”.
Tra i problemi di quest’anno anche l’impossibilità di fare domanda da parte di coloro che già erano di ruolo. Tutto questo sarebbe stato evitato, secondo la Cisl, con la chiamata in presenza, lasciando la possibilità a tutti di valutare al momento opportuno le scelte proposte, senza la vana illusione di incarichi che poi, considerando tutte le richieste, non sarebbero stati concessi.
“L’altro problema, che non riguarda soltanto il personale docente – conclude Nocchi -, è la tardiva assunzione a ruolo e a tempo determinato per via delle lungaggini burocratiche che hanno prologato i tempi per le nomine facendoci trovare di fronte a tanti posti vacanti non assegnati che sono rimasti tali”.