“R.G., L.O., S.B. e S.M. hanno figli, in alcuni casi molto piccoli. Sono docenti precarie e quest’anno non lavoreranno. Non lo hanno deciso loro. Per loro l’algoritmo ha deciso che la scuola non c’era. Ma quella scuola, invece, c’era per chi è venuto dopo di loro”.
A dichiararlo, in un comunicato, sono i Cobas Scuola di Grosseto.
“Quando Rigoberta, Lidia, Sandra e Silvia (i nomi sono di fantasia) hanno espresso le loro preferenze, come tutti gli altri, hanno dovuto farlo ‘al buio’, ovvero senza sapere quali sarebbero state le scuole effettivamente disponibili. Hanno ‘scelto’ a luglio, ma le scuole disponibili si sono sapute a settembre, contemporaneamente alla loro esclusione da parte dell’algoritmo – continua la nota -. Rigoberta, Lidia, Sandra e Silvia, nella loro scelta ‘al buio’ avevano deciso di non indicare le scuole troppo lontane. In un Paese con servizi sociali sempre più scarsi, lavorare troppo lontano da casa vuol dire rinunciare alla vita familiare. Quando è arrivato il loro turno di nomina, l’algoritmo ha analizzato le loro scelte e, poiché, in quel momento, nessuna delle scuole da loro indicate, due mesi prima ‘al buio’, era disponibile, le ha escluse e considerate ‘rinunciatarie’. Al turno successivo, però, le scuole da loro espresse come preferenze sono magicamente riapparse. Questo è potuto accadere grazie al perverso meccanismo dell’algoritmo, per cui chi rinuncia ad una scuola al primo turno di nomina (perché magari nel frattempo ha vinto il concorso o altro) rende disponibile la scuola solo per il secondo turno di nomina, cioè per coloro in posizione più bassa in graduatoria“.
“Ma Rigoberta, Lidia, Sandra e Silvia sono tutt’altro che ‘rinunciatarie’: semplicemente l’algoritmo le ha discriminate perché mamme che hanno scelto di conciliare la vita familiare col lavoro – sottolineano i Cobas -. A questa discriminazione, si aggiunge che centinaia di precari nella sola Maremma hanno dovuto chiedere la rettifica del loro punteggio perché l’algoritmo aveva sbagliato. Si aggiunge anche che l’algoritmo ha generato centinaia di errori nell’assegnazione delle scuole. Addirittura è accaduto che il supplente sia stato nominato dove il posto non c’era. Un superlavoro che gli uffici periferici del Ministero hanno svolto con disponibilità, ma in affanno, viste le riduzioni di organico che hanno subito negli anni. Le convocazioni in presenza avrebbero permesso di evitare tutto questo. Erano state fatte perfino nel primo anno della pandemia, prima che la ministra Azzolina introducesse le convocazioni virtuali con l’algoritmo. Un sistema informatizzato non può gestire tutte le variabili per la determinazione degli incarichi, perché molti aspiranti sono inseriti in diverse graduatorie, con una posizione diversificata e un numero di posti disponibili molto eterogeneo”.
“Il Ministero ha voluto dare un’apparenza di efficienza, ma in realtà sta producendo sfaceli. L’esperienza degli ultimi 2 anni dimostra che, con le procedure online, le nomine sono diventate sottoposte al gioco del caso. Lo scorso anno, appena pubblicati i primi esiti delle operazioni, abbiamo chiesto ai vari Ats di rettificare le nomine. Qualcuno ha negato l’evidenza dei fatti, altri uffici hanno ammesso che non erano in grado di intervenire. E quando si è chiesto l’accesso agli atti relativi all’algoritmo che ha regolato la procedura, gli uffici hanno risposto che non ne avevano la minima idea – prosegue la nota -. Fino a quando il Tar del Lazio, con ordinanza 4816/2022 pubblicata il 21 aprile 2022, condividendo integralmente la tesi dei Cobas, ha condannato il Ministero a esibire e consegnare i file sorgente del software e/o l’algoritmo utilizzati dall’amministrazione centrale per le convocazioni telematiche ed il conferimento degli incarichi di supplenza ai candidati presenti nelle graduatorie per le supplenze (Gps) per l’anno scolastico 2021/2022″.
“Chiediamo nuovamente che si torni a convocazioni in presenza, in ordine di punteggio e nel rispetto delle riserve e precedenze, per scegliere la scuola nella quale andare a lavorare, sulla base dei posti (anche di sostegno) che saranno resi noti almeno 24 ore prima ai dirigenti scolastici – termina il comunicato -. Chiediamo analoghe convocazioni in presenza anche per il personale Ata“.