Home Follonica “Il diario dell’antropologo”: alla scuola media si studiano le dinamiche della società-classe

“Il diario dell’antropologo”: alla scuola media si studiano le dinamiche della società-classe

di Redazione
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Il 21 febbraio, la Commissione per le politiche di genere del Comune di Follonica ha dato inizio al progetto “Il diario dell’antropologo“, rivolto a tre classi terze della scuola media “Bugiani”, dell’istituto comprensivo “Leopoldo II di Lorena”. Questo progetto si propone di aiutare le studentesse e gli studenti a capire i meccanismi che portano ad usare un certo tipo di linguaggio o a compiere determinate azioni, con una particolare attenzione al linguaggio neutro. Durante l’incontro è stata fatta una riflessione sulla capacità di contestualizzare una pratica culturale, sull’induzione all’auto-riflessione, sulla messa in azione dei processi di comprensione e immedesimazione, sulla sospensione del giudizio.

Dopo una breve introduzione da parte della presidente Chiara Marchetti sugli scopi e le finalità della Commissione, è stato consegnato a ciascuna ragazza e a ciascun ragazzo un quaderno, il “diario dell’antropologo”. La referente e ideatrice del progetto, Michela Belli, ha quindi introdotto la definizione dell’antropologia e dell’antropologo, ha illustrato cosa rappresenta la cultura per l’umanità, quanti e quali sono gli stereotipi innati in ognuno di noi, e ha invitato le ragazze e i ragazzi alla sospensione del giudizio e all’osservazione “neutra” del microcosmo classe. Da questa osservazione, dalla rilevazione delle dinamiche, dalla loro comprensione, guidati dalle insegnanti Laura Parisi e Marina Torlaschi, prenderanno vita i diari, in un percorso che occuperà il secondo quadrimestre dell’anno scolastico. Sarà proprio attraverso l’osservazione della realtà classe che le studentesse e gli studenti potranno analizzare le dinamiche che si instaurano all’interno del gruppo e cercare di capire le motivazioni che portano se stessi e gli altri ad usare un certo tipo di linguaggio o a compiere determinate azioni o ad esprimere determinati giudizi che spesso sono pre-giudizi anche inconsapevoli, derivati dal condizionamento che inevitabilmente riceviamo dalla società in cui viviamo.

«Da tutto questo – spiega la presidente Marchetti capiranno l’importanza di una corretta comunicazione, anche online. Non possiamo cambiare il nostro contesto culturale, ma possiamo cambiare, attraverso l’educazione, il nostro modo di guardare al mondo e diventare persone migliori, scevre da pregiudizi».

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