Home Colline Metallifere Chiusura scuola di Ribolla, un gruppo di genitori: “Bambini e paese in ginocchio a causa di un dispetto politico”

Chiusura scuola di Ribolla, un gruppo di genitori: “Bambini e paese in ginocchio a causa di un dispetto politico”

di Redazione
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Siamo un gruppo di genitori di alcuni bambini che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo grado di Ribolla, chiusa da oggi dopo la sentenza dei giorni scorsi. La vicenda che stiamo vivendo sulla pelle dei nostri figli e della loro formazione ci appare assurda e incredibile di fronte alle condizioni di tanti edifici pubblici in Italia”.

A dichiararlo, in una lettera arrivata alla nostra redazione, è un gruppo di genitori dei bambini della scuola di Ribolla.

“Siamo sconcertati per l’operato della magistratura che nella stessa composizione ha emesso, a distanza di 9 mesi, due sentenze antitetiche, ma siamo ancora più disgustati dal mero gioco politico messo in atto dalla consigliera Simonetta Baccetti che, anziché portare avanti un’opposizione costruttiva, ha rovinato un intero comune – continua la lettera -. Oggi Ribolla è in ginocchio e i soldi di tutti i contribuenti saranno utilizzati per far fronte a un’emergenza come quella di una scuola chiusa dall’oggi al domani, con la conseguente necessità di trasferire alunni e insegnanti e di riorganizzare le attività didattiche”.

“Un dispetto politico bello e buono contro il sindaco, nascosto dietro una situazione di pericolo che è stata ridimensionata e addirittura smentita da esperti e professori universitari di fama nazionale che fino a qualche mese fa non conoscevano Roccastrada o Ribolla, ma che si sono sentiti in diritto di commentare  pubblicamente la sentenza della Cassazione e di definire la nostra scuola una delle più sicure d’Italia, sulla base dell’indice di vulnerabilità sismica – prosegue la lettera -. Inoltre, è dato leggere nelle motivazioni del Tribunale del Riesame a sostegno della sentenza con cui ha ordinato la riapertura della scuola di Ribolla dopo il primo sequestro preventivo dell’aprile scorso che è più sicuro tenere i bambini a scuola a Ribolla che farli viaggiare con il pullman verso e da Roccastrada. A tutto questo si unisce lo sconforto per la chiusura di una scuola che, con l’entrata in vigore delle nuove norme in materia prevista per metà marzo prossimo, diventerà una delle strutture più solide e stabili. A causa della sentenza del Tribunale del Riesame, però, la nostra scuola non potrà essere riaperta se/finché la stessa sentenza non sarà riformata dalla Cassazione”.

“Senza la scuola primaria e secondaria di primo grado Ribolla perderà un servizio importante per le famiglie, diventerà un paese inappetibile e, la cosa ancor più grave, è che tutto questo è successo su istanza di una persona che nel 2014 si era candidata a sindaco per guidare Roccastrada e che, per semplice dispetto, ha deciso oggi di distruggere proprio quel territorio che voleva amministrare – continua la lettera -. Siamo fiduciosi e certi che l’amministrazione comunale riuscirà anche stavolta a fronteggiare l’emergenza nel migliore dei modi e vogliamo ringraziare il sindaco e i dipendenti comunali che stanno lavorando per ridurre i disagi per l’intera collettività, dando fondo a tutti i mezzi economici disponibili”.

“Visto che la sentenza dello scorso 5 febbraio costituirà un precedente, oltre a provocare immani disagi per gli alunni e le famiglie, ringraziamo la consigliera Baccetti per essersi occupata e preoccupata di salvaguardare l’incolumità fisica dei nostri ragazzi e le ricambiamo il favore chiedendo, laddove non ci fosse, un accertamento della vulnerabilità sismica della scuola frequentata da suo figlio e poi di tutti gli edifici scolastici della provincia di Grosseto – termina la lettera -. Invitiamo, inoltre, Simonetta Baccetti a indire un’assemblea pubblica per spiegare a tutti noi e ai nostri figli, che saranno presenti nelle prime file, quale motivazione l’ha indotta a commettere una simile azione verso tutta la comunità. Un giorno dovrà spiegare anche a suo figlio i motivi di un gesto che potrebbe portare alla chiusura di quasi tutte le scuole e gli edifici pubblici d’Italia, con conseguenze non immaginabili su tutti gli alunni, le loro famiglie e intere comunità”.

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