La Fondazione Noi del Golfo ha inviato una lettera (firmata del presidente Rino Magagnini), ai mezzi d’informazione, alle istituzioni locali e regionali, a quelle scolastiche a sostegno dell’Ipsia di Follonica.
“L’Ipsia – scrivono dalla Fondazione – è una scuola che, nonostante la crisi delle iscrizioni, mantiene la sua valenza didattica, tecnica e con risvolti sociali, che tutti hanno il dovere, in città e nel territorio, di considerare a pieno. I licenziati e diplomati dell’Ipsia, soprattutto oggi, soddisfano la richiesta di professionalità e manualità tecnica del comprensorio. Sanno affrontare e risolvere, dopo un breve tirocinio, situazioni contingenti nei laboratori artigiani, officine, uffici, imprese di piccole, medie e grandi dimensioni, dove poi gli alunni trovano lavoro.
L’Ipsia, insomma, forma cittadini capaci di affrontare gli aspetti di modernità tecnologica e quelli di una manualità che la società va sempre più perdendo.
A Follonica, tra l’altro, gli studenti Ipsia, costituiscono una bella realtà nella costruzione dei carri allegorici e per la realizzazione di progetti originali quali ‘Giungla di sentimenti’ (vetrata artistica), ‘Solo andata il motorino incidentato’ (prevenzione stradale), ‘Bicicletta a sei posti’ (nella foto), ‘Panchina Ilva.2’ (prototipo arredo urbano), e ultimo, ‘La Rosa’ (monumento in metallo, 200 kg.), in memoria della giornalista Ilaria Alpi.
L’appello per la salvaguardia dell’Ipsia è rivolto alle istituzioni locali, territoriali e scolastiche, ai genitori, agli insegnanti, affinché conoscano e facciano conoscere questa scuola che non crea disoccupati.
Occorrono una ventina d’iscrizioni alla prima classe in questi due anni per mantenere in vita l’istituto che ha significato molto, nel corso di questi decenni, per tanti ragazzi.
C’è la necessità di un discernimento sempre maggiore, di una documentazione reale sulle potenzialità della scuola, lasciando da parte pregiudizi e mode, di chi, studenti, famiglie, insegnanti, deve procedere nella difficile scelta dell’istituto superiore da far intraprendere, dopo la scuola media”.