Home GrossetoScuola Grosseto Stefano Rosini: “La scuola deve riappropriarsi delle sue qualità”

Stefano Rosini: “La scuola deve riappropriarsi delle sue qualità”

di Redazione
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Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato di Stefano Rosini, Consigliere del Pd al Comune di Grosseto:

Nella scuola primaria, più che in altri settori, le riforme Tremonti-Gelmini non hanno soltanto tolto posti, ma, operando tagli, hanno modificato la struttura del settore, con conseguenze sotto l’aspetto didattico e organizzativo. In particolare, il taglio orizzontale delle compresenze, che non ha risparmiato nemmeno il tempo pieno, ha destrutturato la tradizionale organizzazione didattica.

La buona scuola, oltre a prevedere il potenziamento del servizio scolastico con l’aggiunta dell’organico funzionale o l’espansione del tempo pieno, dovrebbe prima proporsi di sanare, almeno in parte, le ferite che hanno tolto qualità alla scuola primaria. Come? Restituendo in qualche modo posti per le compresenze e riportando il tempo pieno alla precedente formula organizzativa.

Dunque, si può ipotizzare un ampliamento del tempo pieno nella scuola primaria (il testo lo dichiara esplicitamente in più punti) ed in generale dell’offerta formativa, ma è evidente che la qualità della scuola ha bisogno anche di altri presupposti ed un’estensione del tempo scuola richiede comunque un pieno coinvolgimento di enti locali (spazi disponibili, servizi di supporto, ecc.).

Anche per la scuola secondaria il personale dell’organico funzionale potrà favorire il ripristino di quelle attività laboratoriali ed operative, compresse dai decreti del 2010 (ma anche spingere più a fondo la didattica digitalizzata), nonché il potenziamento di insegnamenti ritenuti indispensabili (l’economia, la geografia, la storia dell’arte, le lingue straniere-Clil, ecc.) per un ammodernamento dell’offerta formativa della scuola.

I  150.000 docenti da assumere non sono tutti aggiuntivi rispetto alla attuale consistenza degli organici di fatto (fotografata al primo settembre 2014 in 721.590 unità). Una parte di essi assicura il fisiologico ricambio del turn-over dei docenti che lasciano il servizio (si ipotizzano circa 25-30.000 docenti ogni anno); un’ulteriore quota va a commutare in posti di ruolo le supplenze annuali su posti vacanti, anche aggregando spezzoni (e parliamo di altri 25.000 posti). Qui siamo praticamente ad invarianza di costi. Sono poi previsti circa 18.000 insegnanti aggiuntivi per alcune discipline specialistiche (musica, arte e sport). L’ulteriore assunzione di 80.000 docenti (fino ad esaurire tutte le graduatorie) consente di assegnare un organico funzionale alle scuole autonome, utile sia per modulare ed arricchire l’offerta formativa sia per far fronte alle supplenze più o meno brevi. Ccco perché l’assunzione di 150.000 docenti sarà la risorsa qualificata di cui il sistema ha bisogno per avere una scuola buona”.

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