E’ partito il progetto di formazione promosso e finanziato dalla Regione Toscana rivolto a studenti, insegnanti e genitori degli istituti primari e secondari, condotto da “Arcigay Leonardo Da Vinci” di Grosseto. Il progetto prevede attività volte alla prevenzione della violenza fisica e psicologica in base all’orientamento sessuale, all’identità e l’espressione di genere.
I casi di discriminazione e violenza a vari livelli, in età scolare, sono costantemente in aumento. Il censimento annuale di Arcigay rivela che i casi di discriminazione conosciuti ad oggi sono solo una percentuale limitata rispetto alla totalità reale del fenomeno. Per rispondere a questo fenomeno crescente, una rete di associazioni toscane coordinate da Avvocatura per i diritti Lgbt Rete Lenford (Comitati territoriali Arcigay delle provincie toscane, Ireos Comunità Queer autogestita, Famiglie Arcobaleno, Consultorio transgenere di Torre del Lago, Pink Riot Pisa), attraverso l’importante contributo della Regione Toscana, si sono riuniti per mettere in campo una forza che potesse colmare una lacuna formativa e promuovere una cultura della non violenza, soprattutto in tema di orientamento sessuale e identità di genere. Nasce così il progetto di formazione che è appena partito anche nella provincia di Grosseto.
“La finalità del progetto è il contrasto dei fenomeni di discriminazione, bullismo e violenza omofobica e transfobica, fondata sull’orientamento sessuale, identità ed espressione di genere, puntando sull’educazione all’interno della scuola – dichiara Maurizio Tondi, presidente di Arcigay Grosseto -. Attraverso una serie di interventi rivolti a studenti, insegnanti e genitori si intende avviare un processo di sensibilizzazione e riflessione sul tema della violenza e della discriminazione nei confronti di ciò che è percepito differente. Il progetto mira anche a favorire la libera espressione di ruoli di genere nel rispetto delle diversità individuali, contrastando gli stereotipi di genere orientati rigidamente in senso dicotomico”.
“Educare all’affettività e alla sessualità è un processo ‘naturale’ dell’essere umano, che dovrebbe essere iscritto nei curriculum scolastici delle scuole dell’obbligo. Purtroppo, ad oggi nel nostro Paese non esiste ancora una chiara cultura dell’educazione sessuale, né tantomeno una regolamentazione giuridica che permetta ai ragazzi di apprendere dall’esperienza durante l’intero ciclo evolutivo, dalla nascita alla prima età adulta – dichiara il dottor Fabrizio Quattrini, psicoterapeuta-sessuologo, curatore degli incontri previsti dal progetto nelle scuole del grossetano -. Permettere agli studenti delle scuole medie superiori di promuovere una cultura delle differenze e del rispetto di se stessi e dell’altro diverso da sé garantisce non solo l’abbattimento del tabù della sessualità, ma più precisamente l’allontanamento di quelle emozioni distruttive, tipiche di un’ignoranza, che, ancora oggi sfocia con troppa facilità in comportamenti denigratori e pericolosi come il bullismo, l’omofobia e la transfobia. L’informazione, il confronto e la discussione sono tre elementi portanti di questo progetto, che vedrà come risultato finale la stesura di un documento di sintesi, scientifico-psicologico e sociologico, necessario a mostrare uno spaccato della situazione attuale in tema di pubertà/adolescenza e sessualità”.
Gli interventi nelle scuole sono appena partiti con due incontri all’Istituto tecnico commerciale “Fossombroni” di Grosseto ed ha riscosso grande interesse da parte dei ragazzi e degli insegnanti.