Grosseto. “Desideriamo esprimere la nostra profonda preoccupazione per il crescente numero di episodi di violenza nei confronti del personale sanitario, fenomeno che sta assumendo dimensioni inaccettabili”.
A dichiararlo, in un comunicato, sono la segreteria di Nursing Up Usl Sud-Est Toscana e il legale rappresentante di Nursing Up Grosseto, Edgardo Norgini.
“L’ultima aggressione, verificatasi al pronto soccorso di Grosseto, ha visto vittima una giovane professionista di soli 21 anni, spintonata e fatta cadere a terra da un paziente in stato di agitazione – continua la nota -. Ferita nell’esercizio delle proprie funzioni, questa operatrice sanitaria si aggiunge alla lunga lista di lavoratori che quotidianamente rischiano la propria incolumità per garantire assistenza ai cittadini. È evidente che la situazione nei pronto soccorso è ormai insostenibile. Le aggressioni non possono più essere considerate eventi isolati, ma sono il sintomo di un sistema in sofferenza, aggravato da carenze strutturali e organizzative. Il sovraccarico di lavoro a cui sono sottoposti i professionisti della salute compromette non solo la qualità dell’assistenza, ma aumenta il rischio di situazioni pericolose, sia per gli operatori che per i pazienti”.
“Chiediamo interventi immediati e strutturali per garantire sicurezza e tutela del personale sanitario, in linea con le normative vigenti – continua il comunicato -:
1. implementazione del rapporto infermiere-pazienti.
Attualmente, nei pronto soccorso della nostra regione, un solo infermiere si trova a gestire fino a 30 pazienti contemporaneamente, una condizione inaccettabile e pericolosa. È necessario applicare i principi sanciti dal D.Lgs. 81/2008 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, garantendo un numero adeguato di operatori per la gestione delle emergenze. A tale proposito ci riserviamo di segnalare le carenze nella prevenzione agli organi di vigilanza quali l’ispettorato nazionale del lavoro.
2. Attivazione immediata di una task force per la gestione delle situazioni di rischio.
Proponiamo la creazione di un’unità specializzata di intervento, composta da personale sanitario formato in tecniche di gestione dell’agitazione psicomotoria e da forze dell’ordine, sempre presente nei pronto soccorso per prevenire e contenere episodi di violenza. Tale misura si allinea a quanto previsto dal Protocollo nazionale per la sicurezza degli operatori sanitari (D.L. 19/2020, convertito in L. 44/2020), che impone l’adozione di strategie di prevenzione della violenza in ambito sanitario.
3. Potenziamento della formazione specifica e prevenzione della violenza.
È fondamentale che tutto il personale riceva formazione obbligatoria su tecniche di de-escalation e gestione dei pazienti con disturbi comportamentali, come previsto dalle linee guida del Ministero della Salute. La sicurezza dei lavoratori deve diventare una priorità organizzativa, e non una risposta tardiva ai singoli episodi di aggressione”.
“Non possiamo più accettare che la violenza diventi parte della routine lavorativa. Servono azioni concrete e tempestive per proteggere chi ogni giorno si prende cura della salute dei cittadini – termina il comunicato -. Confidiamo che il nostro appello venga ascoltato e che si avvii finalmente un percorso di tutela reale e duratura per i professionisti della sanità”.