Grosseto. “Non è servito proclamare lo stato di agitazione del personale e, tantomeno, è servito il tentativo di conciliazione in Prefettura ad Arezzo lo scorso lunedì 22 Luglio. La direzione aziendale infatti, durante un incontro che si è tenuto lunedì 29 luglio, ha finalmente fatto chiarezza sull’andamento delle assunzioni e i dati che ha fornito non possono far altro che spingere Nursind, Nursing Up e Usb a continuare la mobilitazione intrapresa”.
A dichiararlo, in un comunicato, sono la segreteria territoriale di NurSind, la segreteria territoriale di Nursing Up, la federazione provinciale di Usb.
“Infatti, tra il personale del comparto, nel 2022, ci sono state 241 assunzioni e 301 cessazioni, con un saldo negativo di 60 operatori, nel 2023 ci sono state 241 assunzioni a fronte di 284 cessazioni, con un saldo negativo di 43 unità di personale, e per il 2024 è previsto un saldo negativo di ben 81 unità tra personale sanitario, tecnico-sanitario e socio sanitario – continua la nota -. In aggiunta poi, la direzione aziendale ha comunicato che questo trend proseguirà anche per gli anni a venire in quanto la Regione Toscana punta ad avere le stesse unità di personale del 2019, l’anno conclusivo di un decennio che ha visto la diminuzione di quasi 5000 dipendenti del Ssr a seguito dei tagli imposti dalla spendig review, come se nel frattempo non ci fossero decine di servizi aperti in più, come se il personale non avesse un’età media avanzata (56 anni) e come se lo stesso personale non avesse in gran parte limitazioni lavorative, non fosse stanco e a rischio di stress lavoro correlato per le condizioni di lavoro alle quali è sottoposto.
“La lotta per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, per garantirne la sicurezza e per pretendere assunzioni, andrà quindi avanti e proseguirà su due direttrici – sottolineano i sindacati –. Già dalla prossima settimana infatti, in previsione di una serie di manifestazioni da tenersi nei principali presidi ospedalieri, verrà distribuito una sorta di ‘vademecum’ con il quale indicheremo agli operatori di astenersi da qualsiasi tipologia e prestazione di lavoro straordinario, di rifiutare qualsiasi variazione della turnazione e di rientro lavorativo, di attenersi scrupolosamente alle regole di attivazione della pronta disponibilità e di richiedere il pagamento delle ore in esubero accumulate. Parallelamente, ci siamo già attivati per chiedere un incontro al sindaco del Comune di Grosseto, Vivarelli Colonna e, successivamente, al presidente della Provincia Limatola e al presidente delle Conferenza aziendale dei sindaci. Chiederemo con determinazione che vi sia una forte assunzione di responsabilità e che le istituzioni locali siano finalmente parte attiva, oltre che per chiedere l’implementazione di nuovi servizi e prestazioni sanitarie, anche per chiedere che le assunzioni siano tali da garantirne l’erogazione e sufficienti a migliorare le condizioni di lavoro degli operatori. E a proposito di condizioni di lavoro, invitiamo i sindaci del territorio a visitare gli ospedali, ad andare nei reparti e toccare con mano quale è la realtà che vivono quotidianamente operatori e utenza”.
“Per finire ci chiediamo, sembra del tutto inutile rivolgersi al presidente Giani oramai dedito esclusivamente alle passerelle e all’inaugurazione seriale di scatole vuote, dove sono tutti i consiglieri regionali eletti grazie ai voti presi dai cittadini della zona Sud Est, il 2025 è anno di votazioni e quindi li ricordiamo a futura memoria: Marco Casucci, Vincenzo Ceccarelli, Lucia De Robertis, Anna Paris, Stefano Scaramelli, Donatella Spadi, Andrea Ulmi, Gabriele Veneri e gli assessori Leonardo Marras e Simone Bezzini, e il perché del perdurante silenzio sull’argomento sanità – termina la nota -. Disattenzione o orecchie da mercante? Qual che sia la motivazione è ora che i sopra ricordati portino avanti, ognuno per il proprio ruolo, in Consiglio regionale, in Commissione sanità ed in Giunta, le problematiche che affliggono la Asl Toscana Sud Est, e che puntualmente, da mesi, NurSind, Nursing Up e Usb lamentano e segnalano, a tutela del personale che tutti i giorni lavora con abnegazione e senso di responsabilità per la sanità pubblica, della quale le istituzioni regionali si fanno vanto e gloria”.