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Firenze. Nuovo percorso per la diagnosi della celiachia. La Toscana mette a disposizione dei medici di medicina generale una serie di indicazioni di prestazioni sanitarie e diagnostiche preparate dai centri di riferimento regionali per la malattia, con esami più puntuali e mirati, che consentiranno di affinare la diagnosi. Il risultato è doppio: i nuovi esami permetteranno infatti da un lato una risposta più veloce al paziente e dall’altro un risparmio dei costi a carico del sistema sanitario regionale. La Toscana è una delle prime regioni che adotta questa nuovo modello, capace di ottimizzare la fase di screening.
Le novità
Ma non è la sola novità che riguarda la celiachia. Nella delibera proposta dall’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini e approvata della Giunta nei giorni scorsi, prevede anche la stesura di una relazione di dimissione del paziente, indirizzata al medico di medicina generale, al momento dell’uscita da uno dei centri di riferimento regionali. Questo era stato infatti un altro dei suggerimenti emersi al tavolo tecnico, in modo da migliorare la fase di controllo ed assistenza successiva delle persone affette da questa intolleranza, indirizzando i medici di medicina generale verso i più appropriati percorsi di cura.
Nel 2017 la celiachia è stata inserita tra le malattie croniche e la Regione ha istituito un tavolo permanente, che si occupa del percorso assistenziale riservato ai celiaci ed ha anche istituito un archivio digitale sulle diagnosi e certificazioni.
“La Toscana – sottolinea Bezzini – già in passato era considerata come un modello di riferimento per le diagnosi e il trattamento dei pazienti celiaci. Adesso innoviamo ulteriormente il percorso di assistenza. Le nuove indicazioni diagnostiche produrranno effetti positivi per il paziente, che, grazie ad un percorso di cura più appropriato, avrà tempi di risposta più veloci, ma anche sul sistema, ottimizzando l’organizzazione del lavoro dei medici e con benefici in termini di sostenibilità economica”.
I dati
La celiachia colpisce l’1 per cento della popolazione. In Italia le diagnosi rimangono intorno al 40 per cento di quelle attese, 241.729 pazienti nel 2021 su una popolazione di 58.983.122 persone. Circa 340mila non sanno dunque di essere celiaci. Da una rilevazione sullo stesso anno in Toscana i pazienti celiaci diagnosticati sono 18.721 a fronte di 37.370 stimati (ovvero crica il 51 per cento). Per erogare alimenti senza glutine in esenzione la Toscana ha speso nel 2021 oltre 17 milioni e 743mila euro. Nel 2022 i celiaci diagnosticati sono saliti a 19.741.