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Trenta operatori, fra infermieri e Oss, formati per diventare conduttori e 14 i pazienti con patologie croniche che hanno ottenuto l’attestato di “pazienti esperti”. Sono i numeri del progetto Idea per il 2022. Numeri destinati a salire nel 2023. Da gennaio, infatti, i corsi saranno estesi a tutta la Asl Toscana sud est e, per quanto riguarda i pazienti, il programma sarà aperto anche a chi ha patologie diverse dal diabete.
Un programma finalizzato a sviluppare nel paziente una consapevolezza della propria malattia cronica e anche una sua accettazione per evitare l’abbandono delle terapie e di ricadute negative sul proprio stato di salute e di qualità della vita.
Nel 2022 sono stati formati circa 30 operatori fra infermieri e Oss. I malati cronici che hanno aderito al progetto sono stati 8 in Valdarno e 6 a San Giovanni d’Asso, in provincia di Siena. Tutti pazienti diabetici che hanno seguito corsi di 2 ore ciascuno distribuiti in 6 settimane e che, una volta terminato il corso, hanno ricevuto l’attestato di pazienti esperti.
Cosa è Idea?
Si tratta di un progetto basato sul modello messo a punto in oltre 30 anni dall’Università di Stanford, in California. La Regione Toscana è stata capofila in Italia, nel 2010, adottando il metodo Stanford nell’ambito della Sanità d’iniziativa.
Idea si basa sulla collaborazione fra operatori sanitari e pazienti nella gestione della malattia cronica attraverso una strategia di self-management e di empowerment. La persona-paziente viene considerata “esperta” nella malattia proprio perché la sperimenta in prima persona 24 ore al giorno, con i sintomi e le problematiche ad essa legata. Con Idea il paziente prende consapevolezza della patologia imparando ad accettarla e a conviverci.
I pazienti e il feedback su Idea
Positivo il feedback di chi ha partecipato ai corsi di autogestione organizzati dalla Asl Toscana sud est. “Ho avuto modo di incontrare persone nuove, confrontarmi con loro e condividere gli stessi problemi – scrive un paziente diabetico -. Gli infermieri che sono stati molto gentili e cordiali. Se riproposta, sarà una esperienza da ripetere”.
“Incontri non solo utili, ma necessari – scrive un altro paziente –. Mettendoci a confronto con altre persone con gli stessi problemi, e supportati dai professionisti, abbiamo condiviso e confrontato i metodi per tenere bassa la glicemia e abbassarla ancora di più. Grazie a un piano di azione settimanale ho trovato il tempo per passeggiare. Mi è stato spiegato come mangiare per tenere bassa la glicemia e a leggere le etichette dei prodotti».
“Questi incontri non dovrebbero terminare, ma continuare, magari con incontri, di 2 ore ogni due mesi – chiosa un paziente -. Un allontanamento porterebbe molti di noi a dimenticare e lasciarsi andare tralasciando quanto è importante per la salute”.
Il progetto Idea nel 2023 in Asl Toscana sud est
A gennaio 2023 i corsi destinati ai conduttori verranno estesi a tutta la Asl Toscana sud est. Per quanto riguarda i pazienti il progetto sarà esteso anche a coloro che hanno patologie croniche diverse dal diabete: scompenso cardiaco, Bpco, pazienti colpiti da ictus, ipertensione.
Ad Arezzo, inoltre, si prevede il coinvolgimento dei mediatori culturali: per quanto riguarda il diabete, infatti, nella zona aretina ci sono diverse comunità, soprattutto bengalesi e indiane, affette dalla malattia. L’obiettivo è di creare su Arezzo nuovi gruppi e realizzare un «quaderno di autogestione» tradotto nella loro lingua. Settore sul quale lavora Cristina Moscatelli, medico dell’unità operativa dell’Educazione alla Salute che fa capo alla dottoressa Vittoria Doretti.
“In questi corsi si insegna a cercare il benessere e a convivere con la malattia”, spiega Ulrike Ingeborg Uhl, master trainer del modello Stanford, infermiere coordinatore dell’Area Promozione etica ed empowerment della Salute.
“Sono corsi nei quali i pazienti imparano a autogestirsi, a conoscere i sintomi e i segni della malattia e cosa fare in caso di ipoglicemia. I pazienti apprendono anche le tecniche per raggiungere il pensiero positivo, imparano a convivere e gestire le proprie emozioni e anche l’esercizio fisico idoneo ad abbassare la glicemia. Il paziente diventa così un paziente che ha capacità superiori rispetto a chi non ha fatto il corso. È uno stile di vita che cambia – conclude Uhl –. Il paziente cambia la visione sulla propria condizione cronica e modifica il suo stile di vita”.