“Sono ben otto i pazienti e un operatore sanitario che risultano a oggi contagiati dal Covid all’ospedale di comunità del Misericordia”.
A dichiararlo, in un comunicato, è Stefano Corsini, della federazione provinciale dell’Usb.
“E’ dal 21 gennaio che è stata scoperta la prima positività in un paziente, ma nessuna misura ragionevole e efficace è stata presa per impedire che il virus dilagasse nel reparto – continua la nota -. Non è servito l’allarme che gli infermieri e gli Oss, allarmati per la salute dei degenti e per la propria, hanno lanciato e non è servito nemmeno un sopralluogo del Servizio prevenzione e protezione interno alla Asl che, a quanto ci risulta, ha giudicato inattuabile mantenere nello stesso reparto i pazienti negativi e quelli positivi al Covid. Per arginare il virus, l’unico provvedimento adottato è stato quello di posizionare un paravento a separazione delle camere che ospitano i pazienti positivi da quelli negativi, un semplice e inutile paravento, come nemmeno al Pio Albergo Trivulzio negli iniziali giorni bui della pandemia”.
“Un provvedimento che, era facile prevederlo, si è rivelato totalmente inutile e assolutamente inefficace a garantire la divisione del percorso sporco da quello pulito, mentre il personale, teoricamente separato nell’assistenza ai pazienti, ha continuato ad avere in comune tutto, a partire dal semplice lavapadelle, mancando qualsiasi zona filtro – prosegue il comunicato –. Il risultato, ora come allora, è stato catastrofico e i contagiati sono passati da uno a tre e da tre a sei fino ad arrivare agli otto odierni, sui tredici pazienti ricoverati, ai quali si deve aggiungere un operatore socio-sanitario. Sembra davvero di essere tornati a inizio pandemia, ma se allora, a parziale giustificazione dell’impreparazione e della disorganizzazione poteva essere addotta la sorpresa di fronte all’emergenza pandemica, ora di giustificazioni non ne esistono e questa contesto, irreale e pericoloso, è figlio dell’ignavia e della colpevole noncuranza di chi avrebbe dovuto adottare tutte le misure per impedirla“.
“Chiediamo quindi che la direzione sanitaria della Asl si assuma il fallimento e la responsabilità delle misure prese e delle scelte fatte, prenda atto delle gravi conseguenze che ne sono derivate e adotti immediatamente tutte le azioni necessarie per ristabilire condizioni di sicurezza – termina la nota – sia per i degenti sia per gli infermieri e gli operatori socio sanitari del reparto”.