Un appuntamento per spiegare e approfondire la Legge 2019 del 2017 sul consenso informato e sulle Dat-Disposizioni anticipate di trattamento.
L’incontro, introdotto dal sindaco Jacopo Marini, si terrà sabato 11 dicembre alle 16.00 nella sala consiliare del Comune di Arcidosso. Le conclusioni saranno affidate all’assessore alle politiche sociali, Sabrina Melani.
Il tema a cui ci condurrà la dottoressa Anna Paola Pecci, responsabile della Unità Funzionale Cure palliative dell’Area Grossetana, Amiata Grossetana e Colline Metallifere dell’Asl Toscana Sud Est, è come dare attuazione alla legge n. 219/2017, anche in quella parte che rende possibile a tutte le persone di redigere le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), comunemente definite “testamento biologico” o “biotestamento”, che possono essere esercitate in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi e dopo avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle proprie scelte. A tal fine la Legge prevede la possibilità per ogni persona di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto su accertamenti diagnostici, scelte terapeutiche, singoli trattamenti sanitari. Possono fare le Dat tutte le persone che siano maggiorenni e capaci di intendere e di volere.
È stato un percorso complesso per la novità della norma nel contesto assistenziale italiano e perché è stato necessario attendere l’istituzione della banca dati nazionale, sebbene il Servizio sanitario toscano fosse già dotato di un sistema informatizzato per la raccolta delle Dat. Infatti, la Regione Toscana, con il sostegno e il lavoro della Commissione regionale di bioetica, è la prima tra le regioni italiane ad aver avviato la raccolta delle Dat nelle strutture sanitarie, declinando così in un atto concreto il principio dell’autonomia per la scelta delle cure anche nelle fasi finali della vita.
Altro aspetto collegato ed affrontato durante l’incontro sarà il tema delle cure palliative, che sono quell’insieme di cure, non solo farmacologiche, volte a migliorare il più possibile la qualità della vita sia del malato in fase terminale che della sua famiglia. La fase terminale è una condizione irreversibile in cui la malattia non risponde più alle terapie che hanno come scopo la guarigione ed è caratterizzata da una progressiva perdita di autonomia della persona e dal manifestarsi di disturbi (sintomi) sia fisici, ad esempio il dolore, che psichici. In queste condizioni, il controllo del dolore e degli altri disturbi, dei problemi psicologici, sociali e spirituali assume importanza primaria. Lo scopo delle cure palliative non è quello di accelerare né di ritardare la morte, ma di preservare la migliore qualità della vita possibile fino alla fine.
Questa iniziativa rientra nell’ambito dell’impegno regionale, sostenuto dai lavori della Commissione regionale di bioetica e dei Comitati per l’Etica clinica aziendali, per l’attuazione di una campagna informativa rivolta a cittadini ed operatori sanitari.
La cittadinanza è invitata a partecipare.