“Ancora nessuna indennità agli operatori sanitari impegnati in reparti Covid, si continua a lavorare in condizioni estreme: basta tergiversare, servono risposte subito, anche sulla questione sicurezza“.
A lanciare il grido d’allarme è Claudio Cullurà, segretario territoriale di Nursind, sindacato autonomo delle professioni infermieristiche, per l’area della Asl Sud Est (Arezzo, Siena, Grosseto). Le risposte sono state sollecitate direttamente dai dipendenti operanti in aree Covid, attraverso una lunga lettera indirizzata al sindacato.
“Gli infermieri impegnati nei reparti creati ad hoc per l’emergenza sanitaria – spiega Cullurà – avrebbero diritto a un’indennità contrattuale di 5,16 euro al giorno, come i colleghi del reparto di malattie infettive. Ma non stanno percependo niente da ottobre“.
“La Regione continua a tergiversare, sostenendo che si arriverà a un accordo – aggiunge il segretario Nursind –, ma fin qui l’unico risultato è stato avviare una ricognizione sugli operatori che hanno prestato servizio nei reparti Covid da ottobre a febbraio. Ancora nessuna certezza né sui tempi, né sulle modalità“.
“Nonostante i proclami – sottolinea Cullurà –, ai professionisti impegnati sul campo non è arrivato altro che una cordiale pacca sulla spalla. Il personale ha segnalato più volte il disagio, la stanchezza fisica e mentale derivante da questa prolungata situazione. Tanto più che si continua a lavorare in condizioni estreme, con alti livelli di stress e non senza preoccupazione per le condizioni di rischio. E’ di poche settimane fa la notizia della scoperta di migliaia di mascherine FFP2 non a norma, prontamente ritirate dall’Azienda sanitaria e tutt’oggi in attesa di verifica, in alcuni casi palesemente contraffatte. Chiediamo alla Asl Toscana Sud Est di fare luce sul tipo di contraffazione individuato: quali controlli sono stati effettuati sulla partita di mascherine contraffatte? Quali provvedimenti sono stati presi per migliorare i controlli qualitativi e la sicurezza del personale? Abbiamo bisogno di certezze”.
“Ogni giorno viviamo un’intollerabile discrepanza tra gli annunci delle istituzioni e la realtà lavorativa in cui ci troviamo ad operare, il che aggiunge al danno la beffa: servono risposte chiare e provvedimenti mirati“, conclude il segretario territoriale del Nursind.