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“Fuori dal guscio”: un premio per il progetto degli infermieri di famiglia grossetani

di Redazione
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Due progetti della Asl Toscana sud est verranno premiati il 12 maggio a Firenze nell’ambito del congresso nazionale della Fnopi, la Federazione nazionale dell’Ordine delle professioni infermieristiche.

Il primo è stato elaborato dal gruppo infermieristico del Valdarno e il secondo da quello di Grosseto – ricorda Vianella Agostinelli, direttore del Dipartimento infermieristico e ostetrico della Sud est -. Entrambi sono stati riconosciuti dalla Fnopi tra le migliori esperienze legate all’infermieristica territoriale, di prossimità e di comunità. L’esperienza del Valdarno, ‘I colori delle farfalle’, sottolinea il ruolo dell’infermiere di famiglia in un ambito assistenziale di particolare complessità quale quello della gestione del bambino cronico in età evolutiva. Il progetto dell’area grossetana, ‘Fuori dal guscio’, vede l’infermiere di famiglia e comunità impegnato a sviluppare interventi di prevenzione secondaria, in ambiti anche questi che necessitano di particolare attenzione e accurata gestione, rivolti a persone con patologie croniche tra cui dipendenza da abuso di alcol, dal gioco d’azzardo, dal fumo, obesità, diabete, malattie cardiovascolari”.

Vianella Agostinelli ricorda che nel settembre 2020 l’Asl ha istituito la funzione di infermiere di famiglia e comunità all’interno dei nuclei infermieristici di Cure primarie che fanno riferimento alle Unità operative di assistenza infermieristica territoriale. La sperimentazione è stata avviata in 11 realtà territoriali delle province di Arezzo, Siena e Grosseto. Sono stati quindi costituiti team clinico-assistenziali, identificata la popolazione di riferimento e fatta la necessaria formazione del personale. Infine è stata deliberata l’assunzione di 132 infermieri.

“E’ importante ricordare che il ruolo dell’infermiere di famiglia si traduce nella presa in cura infermieristica delle persone con bisogni di salute già espressi come continuità assistenziale – sottolinea Agostinelli -. Prevede anche un aspetto proattivo della cura che interviene prima dell’eventuale comparsa della malattia con una funzione di prevenzione. Questo rende la figura professionale poliedrica e capace di interagire con tutti gli altri professionisti dell’ambito sanitario e sociale nella lotta alla cronicità, alla fragilità e nella promozione della salute, educando le persone a stili di vita sani. Il lavoro che stiamo portando avanti per offrire servizi sempre più rispondenti ai bisogni dei nostri cittadini viene oggi valorizzato anche da questo importante riconoscimento del nostro Ordine professionale, a conferma che dobbiamo continuare a lavorare insieme ai cittadini, agli altri professionisti e alle istituzioni per potenziare i servizi di cure primarie territoriali“.

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