I pensionati di Cgil, Cisl e Uil intervengono unitariamente per sottolineare la loro contrarietà allo smantellamento delle residenze sanitarie assiste gestite direttamente dalle aziende pubbliche.
In una nota congiunta Centenari di Spi-Cgil, Nardi di Fnp-Cisl e Baiocco di Uilp-Uil mettono in chiaro che «le nostre organizzazioni sindacali si opporranno con tutte le proprie forze al progetto di riorganizzazione dei servizi sociosanitari per anziani non autosufficienti della Zona distretto Amiata grossetana, Colline metallifere e Area grossetana».
«La deliberazione assunta lo scorso 15 luglio dal direttore generale della Usl Toscana Sud Est (769/2020) prevede che le Rsa di Villa Pizzetti a Grosseto, di proprietà Usl, di Follonica, gestita dall’azienda pubblica “Falusi”, chiudano per trasformarsi in ospedali per cure intermedie. La conseguenza è che verranno a mancare due delle ultime, poche, strutture pubbliche che offrono servizi residenziali e semiresidenziali, Rsa e centri diurni per non autosufficienti e malati di Alzheimer, mentre rimane ancora senza risposte certe il futuro della Rsa di Scansano, sempre di proprietà della Usl.
L’idea è quella di trasferire i quasi 80 ospiti, dei quali una parte affetti da disturbi cognitivi, nelle numerose strutture che vari privati hanno aperto o sono in procinto di aprire a Grosseto. Questo avrà come esito finale quello di in incremento della spesa per la retta sociale a carico delle famiglie. La messa in discussione del posto di lavoro per gli attuali lavoratori degli appalti, con il rischio, in futuro, di un abbassamento dei loro diritti.
In più i nuovi letti di cure intermedie, di cui in ogni caso il territorio ha necessità, potrebbero passare dalla gestione diretta della Usl, come avviene oggi, al regime di appalto al privato.
Per Spi, Fnp e Uilp è inaccettabile, che mentre in tutta Italia, a seguito della emergenza Covid, si riconosce il valore della sanità pubblica e s’incrementano i finanziamenti dei relativi fondi per potenziarla, a Grosseto si proceda alla più vistosa privatizzazione di servizi sociosanitari (complessivamente oltre 100 posti letto) degli ultimi anni.
Di tutto questo – concludono Centenari, Nardi e Baiocco – chiederemo spiegazione al direttore dell’Azienda sanitaria e alla Conferenza dei sindaci, pronti a organizzare una grande mobilitazione per difendere la sanità pubblica».