“Sconfiggiamo insieme l’epatite C sommersa” è il tema del convegno informativo organizzato dal comitato di Grosseto della Croce rossa, che si terrà venerdì 23 novembre, alle 16, al palazzo della Prefettura di Grosseto, in piazza Rosselli.
Un’iniziativa con la quale il comitato locale della Cri partecipa alla campagna per la lotta all’Aids e all’epatite C, infezione del fegato causata dal virus Hcv, in occasione del mese della prevenzione.
Interverranno al convegno Cesira Nencioni, direttore dell’unità Malattie infettive dell’ospedale Misericordia di Grosseto, Anna Paola Birigazzi dell’Ordine dei medici di Grosseto, don Enzo Capitani, direttore della Caritas diocesana, cappellano della Casa circondariale di Grosseto e presidente della fondazione “L’altra città”, e Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini e presidente della Global partnership on substance abuse della Croce rossa e Mezzaluna rossa. Barra, medico, è considerato uno dei massimi esperti in materia di tossicodipendenza, uno dei primi medici a prendersi cura dei tossicomani in Italia.
Il convegno è aperto a tutti i cittadini e affronterà in particolare la lotta all’emarginazione causata dalla positività ai virus Hiv e Hcv.
«È noto – spiegano dalla Croce rossa – che il nostro Paese è tra i più colpiti dell’area europea: le ultime stime ufficiali parlano di circa un milione di persone con Hcv. Le persone con infezione Hiv e Hcv invece, sempre in Italia, sono circa 33mila. E l’unico modo per sapere con sicurezza se si è affetti da Hiv o Hcv è fare il test».
Un’altra iniziativa nell’ambito della stessa campagna di prevenzione infatti è prevista poi per sabato primo dicembre (dalle 16 alle 23) e per domenica 2 dicembre (dalle 16 alle 20) in piazza Dante a Grosseto: il comitato locale della Croce rossa permetterà a tutti di sottoporsi a test rapidi per verificare l’infezione da Hiv e epatite C.
«I test – fanno sapere dalla Cri – sono riservati ai maggiorenni e saranno eseguiti da personale sanitario nel nostro laboratorio mobile, lontano da occhi indiscreti. Il risultato sarà in forma anonima: i dati di ognuno saranno trattati solo da personale sanitario, nel rispetto della privacy. E nessuno sarà lasciato solo: i nostri psicologi e medici guideranno ciascuno nel percorso più appropriato, in collaborazione con l’Asl».