“Da settimane ormai si sentono voci preoccupanti per cui la Regione Toscana avrebbe imposto 10 milioni di tagli sul personale sanitario alla nostra Ausl. Se questa voce fosse vera significherebbe destrutturare la rete dei servizi proprio nelle aree più deboli. Una contraddizione concreta in cui la Regione da una parte promuove politiche per la valorizzazione dei borghi e dei piccoli centri di pregio e dall’altra svuota paesi e villaggi di ogni servizio utile, in particolare quelli sanitari, a favorire la permanenza della popolazione“.
A dichiararlo è Giacomo Terrmine, sindaco di Monterotondo Marittimo e presidente della conferenza dei sindaci della Ausl Toscana Sud-Est.
“Non è soltanto questo ciò che accade – continua Termine -. Nell’annunziare milioni di euro di tagli, non viene promossa contemporaneamente una analisi profonda che individui le motivazioni di questa fase di difficoltà. Quali sono le cause dei ‘buchi’ di bilancio e chi li ha causati? Dove è il tarlo che corrode un sistema considerato da molti uno dei migliori in Italia e nel mondo? Di certo non nel territorio grossetano che ha sposato in pieno le linee guida della delibera ‘lacrime e sangue’ 1235, e che aspetta ancora che si avveri il tanto atteso investimento sulle case della salute in tutta la provincia. I sindaci sono costretti ad assistere ogni giorno alla rarefazione dei servizi e a un impoverimento delle proprie comunità“.
“Sono molto preoccupato della situazione che si sta determinando nella dotazione organica dell’ospedale di Pitigliano, dell’ambulatorio di Manciano, così come del nosocomio di Massa Marittima e Orbetello – sottolinea Termine -. La caratteristica delle criticità è che interessano in particolare le dotazioni del personale medico e infermieristico e, conseguentemente, della capacità di erogare servizi sanitari, curare le persone. Se doveva sacrificarsi un settore al massimo poteva essere quello amministrativo, vista la fusione delle tre aziende. Quale è dunque il disegno verso cui si sta andando?“.
“Si vuole su dimensione locale ridimensionare fortemente tutta la rete di piccoli ospedali, ambulatori, presidi distribuiti nel territorio? Si vogliono privilegiare solo alcuni poli regionali? Gli stessi che hanno sempre disatteso un comportamento attento al risparmio e che sono sempre stati sovra finanziati ? Lo si dica chiaramente. Non staremo fermi ad assistere passivamente – conclude Termine -. Le comunità hanno diritto di sapere e di vedere la loro salute tutelata. Convocherò a breve una conferenza dei sindaci di Grosseto per discutere queste problematiche e far pesare la nostra voce“.
“La Regione Toscana riconferma la necessità di una forte riduzione della spesa sanitaria – aggiunge Giovanni Gentili, sindaco di Pitigliano, presidente dell’Unione dei Comuni Colline del Fiora e vicepresidente della conferenza dei sindaci delle Colline dell’Albegna -. Un dato che ci preoccupa perché rischia di entrare in conflitto con le comunità dei territori interni e con le strutture più piccole se si pensa a risolvere con tagli verticali. Il taglio, anche se generalizzato, non colpisce tutti indistintamente, ma penalizza le periferie. Tagliare tre medici a Careggi non vuol dire chiudere un reparto, non sostituirne uno a Pitigliano significa tagliare completamente un servizio per i cittadini. È il caso del presidio ospedaliero delle Colline dell’Albegna, che comprende Orbetello e Pitigliano“.
“Gli infermieri sono perennemente in sofferenza. Il reparto di cardiologia ha una dotazione ottimale di 5 medici, oggi si ritrova ad averne 3 – continua Gentili -. Il reparto di chirurgia da 7 che erano ne ha disponibili soltanto 5. Per non parlare del caso di ortopedia che va avanti ormai da anni. A fare le spese di questa situazione sono soprattutto la sede di Pitigliano e gli ambulatori di Manciano, che vedono via via perdere pezzi e servizi, visto che con dotazioni così minime i reparti riescono a malapena a mandare avanti la sede di Orbetello. Da noi non c’è riduzione che tenga, si parla solo di ‘servizio si’ o ‘servizio no’. Dov’è il limite di tolleranza? Il problema delle responsabilità di chi ha creato queste sofferenze nel bilancio è evidente. È chi ha mal amministrato il denaro pubblico che oggi deve pagare. Non noi“.
“Il richiamo all’interesse comune per le nostre zone è incomprensibile – spiega Gentili -. Le nostre comunità locali rischiano di subire conseguenze causate da altri, quando a Pitigliano, Sorano e Manciano, ben oltre il dovere di solidarietà, si è chiesto già da tempo di razionalizzare e ridurre. In questi anni le Colline del Fiora hanno subito i tagli e contenuto la spesa, ma oggi non è possibile andare oltre. Noi amministratori siamo, innanzitutto, dalla parte dei cittadini, dei medici e degli infermieri. Questi soggetti si sono fatti carico di disagi, sacrifici, rinunce, impegno maggiore, disponibilità al servizio. Vogliamo essere chiari: non abbiamo altro da dare. Il rischio sempre più presente è quello di creare una profonda divaricazione tra grandi centri e periferia e determinare un sistema sanitario costruito proprio su questa diseguaglianza e iniquità. La Costituzione afferma l’universalità del diritto alla salute e alla cura. L’ospedale di Pitigliano e gli ambulatori di Manciano nella loro ‘efficiente fragilità’ non possono sopportare altri scossoni, anzi dovranno essere consolidati perché assolvono ad una funzione che travalica anche l’assistenza meramente sanitaria. La loro esistenza è un baluardo allo spopolamento di queste terre interne“.
“Se la Regione non capisce che il conflitto centro-periferia si sta inasprendo e non pone rimedi a questo problema in favore delle periferie, rischia di trovarsi in mano una situazione esplosiva. I momenti di crisi sono un’opportunità per riequilibrare i rapporti di forza tra le strutture sanitarie toscane e dentro le strutture, premiando chi ha amministrato bene e penalizzando quanti hanno sprecato – termina Gentili -. Bisogna quindi tagliare sulla burocrazia e dotare i nostri ospedali e ambulatori di più medici e più infermieri. Li aspettiamo“.
“Manifesto vivissimo apprezzamento per la consegna di un ecografo multidisciplinare al Pronto Soccorso di Orbetello – scrive il sindaco di Capalbio, Luigi Bellumori, in una lettera indirizzata ad Enrico Desideri, direttore generale della Asl Toscana Sud Est -. I numeri di accesso al Pronto Soccorso sono estremamente importanti e non poteva essere che questo, raccogliendo un bacino di utenza complessivo che riguarda non solo il comprensorio delle Colline dell’Albegna, ma anche l’alto Lazio con i picchi poi collegati alla stagione turistico-balneare. Nel nostro piccolo siamo stati ben lieti di poter fornire al Rotary un sostegno, seppur commisurato alle scarse possibilità dell’Ente, a questa significativa iniziativa che colloca punto di Pronto Soccorso ulteriormente al passo con i tempi in tema di diagnostica per immagini e conseguenti celeri risposte alla domanda sanitaria. La coralità con la quale l’iniziativa ha sortito esiti estremamente positivi, Le dovrebbe significare quanto le nostre comunità della Costa d’Argento abbiano a cuore le sorti del nostro presidio.
“Purtuttavia, da alcune verifiche e da alcune dichiarazioni presenti sulla stampa locale, colgo con non poca preoccupazione il rilievo circa le criticità sul turn over di personale. Mi pare che se poi il ragionamento lo si fa di dettaglio i settori della medicina, cardiologia e rianimazione dell’ospedale di Orbetello qualche riflessione in tal senso dovrebbero suscitarla. Tali segnalazioni peraltro sono stato anche oggetto di confronto nel corso di un’articolazione zonale ormai datata. Se ancora si evidenzia va da se che un problema c’è e che una qualche soluzione dovrà esser trovata da ‘ieri’ – continua Bellumori -. Convengo che la recente riorganizzazione non abbia ancora trovato i giusti assestamenti (e sono convinto parimenti che non credo che anche in futuro prossimi li troverà) però mi pare di ricordare e credo che anche Lei avrà a mente, quando al momento del suo insediamento Le parlai di porre i giusti attenzionamenti al personale dei reparti non solo per Orbetello, ma anche per Pitigliano. Il ragionamento partiva dalla semplice constatazione che le grandi cose difficilmente avrebbero trovato attuazione, visti i precedenti, ma che ciò che di buono era presente in termini di assistenza sanitaria e competenza professionale doveva essere in qualche misura salvaguardato“.
“Ho il timore fondato che così non è! A tal proposito vorrei con la lealtà che contraddistingue i nostri rapporti conoscere il suo intendimento sull’attuale organizzazione del presidio ospedaliero di Orbetello in particolare, con riferimento anche al complessivo dato degli accessi del 2017 (medicina, cardiologia e rianimazione) confrontarlo in termini di personale assegnato anche a stabilimenti ospedalieri similari della provincia – termina Bellumori -. La leggerò volentieri in riscontro anche circa le attività che riferite a quanto sopra sono state poste in essere e troveranno, spero, presto attuazione“.