Una borsa di studio per giovani ricercatori in oncologia, intitolata a Umberto Veronesi, il padre dell’oncologia italiana.
È così che la Asl Toscana sud est intende raccogliere e celebrare la memoria del grande scienziato scomparso ieri, tanto ha dato al progresso della medicina e della ricerca in campo oncologico.
Peraltro, Veronesi, “un grande uomo e luminare”, come lo definisce Sergio Crispino, suo allievo e attualmente responsabile dell’oncologia medica di Siena e promozione della multidisciplinarietà, è legato all’Azienda anche da un vincolo affettivo.
Infatti, è il padre della moglie del dottor Paolo Pietro Bianchi, direttore del Dipartimento aziendale di chirurgia generale e specialistica e suo collaboratore per anni all’Istituto europeo di oncologia, come direttore dell’Unità di chirurgia mininvasiva e laparoscopica. E’ proprio il dottor Bianchi che sta portando avanti l’eredità di Veronesi, non solo praticando la chirurgia robotica al Misericordia di Grosseto, che negli ultimi anni ha raddoppiato il numero degli interventi, ma rendendo il presidio ospedaliero grossetano un riferimento a livello internazionale per la Scuola di chirurgia robotica colo rettale, che, grazie alla collaborazione con Siena e Arezzo, implementa l’offerta specialistica di chirurgia robotica.
Le ultime raccomandazioni che lascia come testamento ai giovani medici sono “siate dubbiosi e siate trasgressivi, se trasgredire significa andare oltre limite del dogma o la rigidità della regola. Guardate all’esperienza della mia lunga vita: senza dubbio e senza trasgressione non avrei visto (e contribuito a provocare) i progressi nella lotta al cancro…”
“Proprio ai giovani medici è rivolta la borsa di studio istituita dalla Asl – ha detto il direttore del dipartimento oncologico Asl Sud Est, Sergio Bracarda – per un progetto annuale sull’attività oncologica multidisciplinare”.
Infatti, Veronesi ha creato il primo modello italiano di equipe multidisciplinare e trasformato in modo innovativo la gestione delle neoplasie della mammella con chirurgia conservativa e terapie adiuvanti.
“Ognuno di noi deve qualcosa a Veronesi – si legge in una nota della Direzione aziendale –, come scienziato prima di tutto, per la sua visione moderna e innovativa della medicina e della ricerca in campo oncologico, ma anche come politico e uomo impegnato nelle battaglie civili, come quella per l’eutanasia o per la promozione della cultura scientifica. Sua è la frase ‘Credere nella scienza è credere nel futuro’, che raccoglie la sua visione del mondo laica ed empirista da uomo di scienza qual è stato.
Riteniamo che il miglior modo per celebrarne le memoria e raccoglierne l’eredità è nel presente con la chirurgia robotica e nel futuro con la borsa di studio che possa aiutare giovani medici e ricercatori in campo oncologico a entrare nel mondo del lavoro e portare il loro contributo al progresso della medicina.
Cogliamo l’occasione per porgere le condoglianze di tutta la Direzione aziendale al dottor Paolo Pietro Bianchi e alla sua famiglia“.