«Le argomentazioni portate dalla direzione generale della Asl nel confutare quanto da noi denunciato dimostra quanto la stessa sia lontana dagli interessi della gente, ma solo attenta agli interessi di una Asl intesa come una società per azioni». Questa la replica del consigliere regionale di Più Toscana-Federazione dei Cristiano Popolari e membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri, che risponde alla direzione dell’Asl 9. L’Azienda grossetana aveva lanciato delle accuse in seguito alla denuncia di Più Toscana su tempi d’attesa eccessivi, aumento del costo dei dirigenti amministrativi a scapito di riduzione di posti letto e tagli ai costi del personale sanitario.
«I numeri e i fatti riportati nella mia denuncia – spiega Lazzeri – sono dati ufficiali presi da documenti ufficiali:
1) i tempi d’attesa che la direzione Asl definisce “inesatti” sono di pubblico dominio e sono stati tratti dal sito internet dell’Asl 9 alla sezione “Monitoraggio tempi d’attesa”. Giovedì 24 ottobre gli ultimi dati mostrati dal sito erano riferiti al 26 agosto 2013. Solo dopo la nostra denuncia l’Asl ha provveduto ad aggiornare i dati al 18 ottobre 2013 con tempi d’attesa, fra l’altro, molto simili a quelli di due mesi prima.
Invito il direttore generale Mariotti a convincere di quanto è brava l’Asl di Grosseto ad una cittadina di Grosseto che per non dover aspettare 211 giorni per fare una mammografia deve recarsi a 45 km di distanza nel distretto delle Colline Metallifere, ottenendo così la prestazione nei tempi previsti dagli standard regionali. È logico perciò che nel parlare dei tempi d’attesa abbiamo fatto riferimento a quelli più lunghi, non per “pretestuosità”, ma per tutelare soprattutto gli ultimi cittadini dell’Asl 9, quelli che hanno la “sfortuna” di risiedere in una zona sociosanitaria dove l’attesa per una colonscopia arriva per esempio a 183 giorni.
2) La riorganizzazione dei costi nell’Asl 9 è stata eseguita, come si evince dai bilanci dell’azienda, tagliando i costi del personale sanitario, ridotti di 3.091.306 di euro dal 2011 al 2012, a scapito di quello amministrativo, i cui oneri finanziari sono aumentati di più di 100.000 euro nel biennio 2011/2012.
3) Il nostro riferimento all’attività svolta in regime di intramoenia è più che corretto: possiamo definire positiva la situazione di una Asl dove i cittadini hanno speso 4.106.399 euro del 2012 e 4.129.000 euro del 2011 per curarsi a pagamento con il personale e le strutture pubbliche, ma al di fuori dell’orario di lavoro? Col risultato positivo per le casse dell’Asl che nel saldo è passata dai 1.281 euro del 2011 ai 51.512 euro del 2012, numeri dei quali sarà contento il direttore generale, ma non di certo i grossetani.
4) I posti letto ordinari, come desunto dal report regionale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale, sono stati ridotti dai 545 del 2011 ai 534 del 2012 e questo, al di là di ogni deriva emotiva della direzione aziendale, significa per i cittadini avere meno servizi rispetto al passato, senza che nessuno metta in dubbio la qualità degli stessi offerta dall’azienda sanitaria.
5) Per quanto il disavanzo creato dalla mobilità passiva di cui la Direzione Generale si fa bella, questo ammonta a ben – 54.435.713 nel 2012; nel 2011 la stessa ammontava a – 53.221.903. Quindi, ogni anno la Asl grossetana paga oltre 50 milioni di euro per le cure che i cittadini di Grosseto vanno a fare fuori Asl. Ogni ulteriore commento è superfluo».