“Solidarietà ai primi cittadini di Orbetello e Volterra, la riconversione del San Giovanni di Dio da parte dell’assessore Marroni potrebbe mettere in discussione la qualità del servizio sanitario per un bacino di 45.000 persone”.
È la dichiarazione del consigliere regionale e membro della IV commissione “Sanità”, Gian Luca Lazzeri, che ribadisce il no all’inserimento delle case della salute nei presidi ospedalieri di Orbetello e Volterra.
“Orbetello – spiega Lazzeri – ha già avuto un assaggio di cosa significa riorganizzazione con la chiusura della sala parto, che costringe i pazienti a recarsi al Misericordia di Grosseto che resta comunque un ospedale cittadino e non un policlinico.
Secondo dati in nostro possesso, che chiediamo all’azienda sanitaria di verificare, i soli accessi giornalieri al pronto soccorso dell’ospedale di Orbetello sarebbero circa 130, cifra che sale a 30.000 in 12 mesi in una struttura dove in alcuni casi si arrivano a fare 7 ore di coda prima di arrivare al proprio turno. I numeri in entrata, che crediamo essere molto vicini a quelli dell’ospedale grossetano, parlano chiaro: il servizio offerto dal San Giovanni di Dio è importante e non deve essere scalfito dalla riconversione annunciata de facto con la delibera 334 del 6 maggio 2013 e per la quale la Regione ha destinato 55.555,56 euro. La nostra previsione, infatti, è che, dopo l’accordo siglato fra la Giunta Rossi e l’Anaao, una mole di interventi chirurgici e di cure vengano accentrate a Grosseto rischiando di sovraccaricare la struttura ospedaliera.
Le conseguenze di un eccesso di accentramento sono facilmente intuibili: dissolvimento del rapporto medico-paziente e scarsi interventi per scongiurare carrellate di risarcimenti o esposti dei familiari dei pazienti come quelli presentati in questi giorni.
Invitiamo, quindi, la Giunta Rossi a trovare il coraggio politico di portare in Consiglio il nuovo modello di sanità, distogliendo l’attenzione dai costi del sistema sanitario che oggi sono diventati l’unico strumento di valutazione per costruire una revisione del sistema toscano”.