“Nessuno in questa Azienda o altrove ha mai immaginato di chiudere un ospedale. Viceversa, stiamo lavorando per creare sinergie tra tutte le strutture del territorio, con l’obiettivo di potenziare una rete di servizi, in cui ogni ospedale abbia il proprio ruolo e la propria funzione, ma in un’ottica provinciale, non locale. Con l’auspicio che il lavoro fatto in questi anni a Grosseto, i risultati conseguiti e i traguardi raggiunti siano un punto di riferimento anche per le altre Aziende toscane”.
Così il direttore generale della Asl 9, Fausto Mariotti, ha concluso l’incontro di oggi con la stampa, convocata per fare il punto sullo stato di salute del territorio e della sanità maremmana, in risposta alle polemiche sollevate nei giorni scorsi da alcune sigle sindacali. E per tornare su alcuni temi, di carattere più prettamente organizzativo, che hanno suscitato la preoccupazione di molti sindaci, soprattutto delle aree periferiche.
Proprio su questo secondo aspetto, il direttore generale ha ribadito che ha avuto pieno mandato dalla Regione per portare avanti il percorso dei Patti territoriali. In alcuni casi (Amiata e Area grossetana) già firmati, ha specificato Mariotti, anticipando che lo stesso assessore regionale alla Salute, Luigi Marroni, sarà in Maremma per suggellarli con la propria firma.
Quindi, dati alla mano, Mariotti ha smontato un punto dopo l’altro le affermazioni dei sindacati, che mettono in relazione il numero dei posti letto con lo stato di salute dei cittadini maremmani.
“Nei Paesi avanzati – ha dichiarato Mariotti, introducendo i dati epidemiologici – ormai da lungo tempo non è il numero dei posti letto a determinare la qualità dell’assistenza, ma il loro uso appropriato in funzione della domanda di assistenza. Nella Asl 9, il tasso di ospedalizzazione è 120 posti ogni 1000 abitanti (vale a dire che, in media, 1 cittadino su 10, una volta all’anno si ricovera per circa 7 giorni, ndr), lo stesso tasso che la Regione Toscana ha dato come obiettivo a tutte le altre Aziende sanitarie. Noi lo abbiamo già raggiunto, quindi non è pensabile una riduzione.
Questo è voler fare allarme ingiustificato. Non ci saranno stanze negli ospedali che saranno chiuse, ci sarà invece una loro riorganizzazione e un uso diverso e più appropriato dei letti. Trasformando, ad esempio, letti ospedalieri in posti letto nelle residenze sanitarie assistenziali, o per le cure intermedie (ospedale di comunità, riabilitazione, hospice). Tant’è che, corso del 2013, saranno attivati 56 nuovi posti letto per le cure intermedie”.
Entrando nel dettaglio, sullo stato di salute dei cittadini grossetani i dati epidemiologici dimostrano che tutti gli indicatori, negli ultimi 15 anni, sono migliorati, pur con alcuni elementi di criticità su cui l’Azienda sta lavorando: è diminuita la mortalità generale, che si è allineata a quella regionale, così come la mortalità per le principali patologie, in particolare i tumori (mammella, utero, ovaio, vescica, intestino, patologie nelle quali conta molto l’attività di prevenzione e la diagnostica), le malattie cardiovascolari e dell’apparato respiratorio. Soprattutto, si è allineato a quello regionale anche il dato degli anni di vita potenzialmente persi; resta alto solo negli incidenti, in particolare stradali, che si spiega con la situazione viaria e infrastrutturale della territorio.
Migliora la speranza di vita alla nascita e la mortalità infantile, nonostante che sui dati relativi alle nascite pesa molto la forte presenza di donne immigrate. Su questo aspetto, infatti, l’Azienda sta lavorando per una diversa organizzazione sul territorio, per intercettare questo genere di utenza e ricondurla nei percorsi del consultorio.