Domani e sabato prossimo Pitigliano ospiterà esperti provenienti dai maggiori centri italiani di medicina allopatica e di quella complementare. In particolare, domani, nel “Convegno nazionale alcol e medicine complementari”, a cura della Società Italiana Alcologia, si discuterà del trattamento della dipendenza da alcol tramite la medicina integrata.
Sabato prossimo, invece, saranno presentati i risultati positivi ottenuti nei due anni di attività del centro ospedaliero di medicina integrata dell’ospedale di Pitigliano e si parlerà del Chronic Care Model e di medicina integrata, ovvero un modello terapeutico condiviso per la cura delle malattie croniche.
Due giornate di studi incentrate sulla ricerca scientifica della medicina integrata, ovvero quell’approccio che affianca le cure della medicina allopatica a quella complementare, che comprende la fitoterapia, l’agopuntura e l’omeopatia.
La medicina integrata si sta affermando agli occhi della ricerca scientifica come un nuovo modello, in fase di sperimentazione ora a Pitigliano, che vede un approccio clinico nel quale le medicine complementari si affiancano alla medicina tradizionale in tutti i casi in cui l’intervento congiunto può migliorare il percorso clinico, la risposta terapeutico/riabilitativa o la qualità della vita dei pazienti.
Si tratta di un cambiamento di approccio importante, con il quale sta emergendo un nuovo paradigma per la cura della persona. In questo senso Pitigliano è un punto di riferimento assoluto. Nel centro, infatti, si realizza concretamente l’integrazione tra le due medicine attraverso la semeiotica integrata, secondo cui i sintomi vengono interpretati da medici allopatici e medici specializzati in agopuntura, fitoterapia e omeopatia.
Ed anche attraverso i presidi terapeutici, che potenziano l’azione della medicina allopatica con l’affiancamento alla medicina complementare, cercando di ottimizzare l’efficacia delle cure. Recentemente, a Firenze, la dottoressa Simonetta Bernardini, responsabile del progetto di medicina integrata dell’ospedale di Pitigliano, ha presentato il modello sperimentato.
“Il Centro di Pitigliano è un caso unico in Italia, e tra i primi in Europa, a funzionare come un vero e proprio ospedale di medicina integrata, in cui i pazienti ricoverati vengono trattati con la medicina allopatica e complementare insieme. – dichiara il dottor Franco Cracolici, vicepresidente Fisa e tutor di agopuntura dell’Ospedale di Pitigliano -. La Regione Toscana, che conta 104 ambulatori pubblici di medicina complementare ed ha inserito in 3 piani sanitari regionali un intero paragrafo dedicato alla medicina complementare, realizza con il nostro Centro un’esperienza di eccellenza, che vede in 2 anni 10mila trattamenti effettuati ed una vasta serie di feed back con centri internazionali di medicina integrata, quali il Royal London, l’Essesn Mitte e lo Sloan-Kettering di New York.
L’auspicio per il futuro è che al consenso ricevuto tra i pazienti, segua anche una rigorosa ricerca ed un sempre più accurato confronto con i medici del territorio sulle evidenze scientifiche, per una necessaria condivisione delle cure”.