Grosseto. “L’agone politico estivo ha visto il tema dello Ius Scholae animare i dibattiti, le interviste, i talk show. Un tema di grande importanza perché da esso dipende il riconoscimento del diritto alla cittadinanza italiana per tutte quelle decine di migliaia di bambini e bambine, di ragazze e di ragazzi nati o comunque cresciuti nel nostro Paese, che abbiano completato uno o più cicli di studi”.
A dichiararlo, in un comunicato, sono i consiglieri comunali del Pd di Grosseto e di Grosseto Città Aperta.
“A loro, a tutti gli effetti nostri concittadini, la cittadinanza italiana continua infatti ad essere negata in virtù di regole anacronistiche e non più corrispondenti alla realtà odierna – continua la nota -. Il prossimo lunedì 9 settembre se ne discuterà in Comune, nella Prima commissione, e poi il 12 settembre in Consiglio comunale, grazie ad un ordine del giorno presentato dal Partito Democratico e da Grosseto Città Aperta, che segue un dibattito pubblico che già nel 2022 il Partito Democratico organizzò sull’argomento, con il quale si intendono sollecitare le forze politiche e di governo ad introdurre senza ulteriori ritardi una normativa che riconosca lo Ius Scholae”.
“Oggi le scuole, dirigenti e docenti si trovano a fare fronte all’accoglienza e all’integrazione, e si sforzano di predisporre misure di intervento adeguate, non mancando di accompagnare come meglio possono gli alunni stranieri lungo il loro percorso di istruzione e di formazione, inclusione, formazione, crescita – termina il comunicato –. Risale ormai al 9 marzo 2022 il parere favorevole espresso dalla Commissione Affari costituzionali della Camera alla proposta di legge relativa allo Ius Scholae, ma dopo oltre due anni tutto è ancora fermo. Quanto ancora ci vorrà? La serietà di un Paese impone di dare priorità a ciò che incide fortemente sui diritti civili e sociali e il riconoscimento dello Ius Scholae costituisce una straordinaria opportunità di uguaglianza, per concedere pari diritti a tutti quelle italiane e quegli italiani di fatto, ma non per la legge”.