Grosseto. “Gli ultimi mesi intorno alla commemorazione dei martiri di Maiano Lavacchio e al 25 aprile hanno animato una discussione, con punte anche aspre, all’interno del fronte delle forze antifasciste cittadine sul rapporto da tenere con le istituzioni ‘occupate’ (o ‘gestite’) dalla destra, su cui vogliamo portare alcuni elementi di riflessione a bocce ferme.
A dichiararlo, in un comunicato, è la sezione “Elvio Palazzoli” dell’Anpi di Grosseto.
“Qualcuno, forse, pensa che non ci sia condivisione sui principi di fondo fra la presidenza provinciale dell’Anpi e la sezione ‘Elvio Palazzoli’ di Grosseto – continua la nota –. I valori fondamentali della Repubblica nata dalla Resistenza animano tutti gli antifascisti iscritti all’Anpi, quello che ci differenzia sono i metodi di lotta e di opposizione nei confronti di alcuni rappresentanti delle istituzioni che manifestano intenzioni contrarie alla Costituzione nata dalla Resistenza. Questi rappresentanti, eletti nelle liste della destra, non si riconoscono in questa Repubblica, nei suoi valori e nella sua Costituzione, tanto che vogliono riscriverne la storia, stravolgendo i fatti ed equiparando le vittime ai carnefici. Vogliono cambiare radicalmente la Costituzione democratica e antifascista, che neppure hanno citato esplicitamente il 2 giugno tralasciando il termine antifascista”.
“Così si mettono sullo stesso Piano i partigiani ed i Repubblichini di Salò, che collaboravano con i nazisti; si dice che la Resistenza non è stata altro che una guerra civile e non una lotta di liberazione dal nazifascismo quale è stata e che ha rifondato la democrazia nel nostro Paese – prosegue il comunicato –. Qualcuno si dichiara antifascista in maniera subdola, tanto che nei fatti poi si comporta diversamente; via Almirante ne è un esempio eclatante. Giorgio Almirante, fascista mai pentito, difensore della razza e firmatario del ‘manifesto della morte’ a seguito del quale furono perseguiti e fucilati renitenti alla leva di Salò, partigiani e operai come gli 84 minatori di Niccioleta. Questa destra, se qualcuno ancora non lo avesse capito, ha un programma ben preciso: stravolgere l’ordine democratico attraverso l’introduzione del premierato forte, dell’autonomia differenziata e della separazione delle carriere dei giudici, facendo credere che l’elezione diretta del Presidente del Consiglio e lo svuotamento delle funzioni del parlamento sia la soluzione migliore per gli italiani. Perciò si insinua la paura del diverso, dell’immigrato che minaccia la sicurezza e il benessere ‘italico’, problemi che solo una persona forte e priva di vincoli può risolvere, si toglie quindi la speranza agli italiani di raggiungere migliori condizioni di vita attraverso quella pratica complessa che è la democrazia”.
“Democrazia e libertà appunto messa all’indice con l’occupazione militare dell’informazione targata Fratelli d’Italia, che tanto allarme sta destando anche fuori dal nostro Paese, risponde a un preciso disegno di potere e di sdoganamento della cultura neofascista concepito a Palazzo Chigi – prosegue il comunicato –. Insomma, la creazione di un sistema mediatico funzionale alla propaganda, basato sul controllo di tv e giornali, sulla riduzione al silenzio delle voci critiche e meno allineate. La moderna forma di censura è dunque l’ostruzione degli spazi, il divieto d’espressione, del dissenso e del confronto pubblico, il passaggio dalla lottizzazione all’occupazione della principale macchina del consenso, la televisione. Il risultato è l’atrofia del dibattito, per forza di cose mutilato e asimmetrico. Semplicemente, siamo davanti all’eterna paura della parola libera e critica da parte del potere, che prova a cancellarla sperando di annullare così anche il concetto da cui nasce, che lo spaventa. Allora, non vi sembra che attardarsi a chiedere rispetto per certi rappresentanti delle istituzioni che già le violentano sul piano dei diritti (vedi salute, lavoro, sicurezza sociale, alloggio, cittadinanza, libertà di riunione, d’informazione, diritti dei detenuti e tortura, protezione dei richiedenti asilo ecc.) sia tempo perso che fa perdere di vista il problema principale, cioè che siamo ormai con il regime alle porte?”.
“Certo non il fascismo storico con fez e manganello, anche se l’abbiamo visto all’opera con notevole solerzia delle cosiddette forze dell’ordine, ma un regime autoritario, definito da più parti come una ‘capocrazia’ o una ‘democrazia illiberale’ alla Orban, l’amico ungherese del presidente del Consiglio italiano in carica – continua il comunicato -. Il modo in cui opporsi ci è indicato dai valori fondanti della Costituzione, in primo luogo il ‘ripudio della guerra’, guerra che da sempre porta alla riduzione degli spazi democratici interni. Questi valori stanno in una sfida perenne con le istituzioni, la politica e la cultura, come sostengono i costituzionalisti. Ciò garantisce il diritto di critica delle istituzioni e degli uomini e delle donne che le rappresentano pro tempore. Se è così, come noi pensiamo, occorre un’iniziativa forte che l’Anpi, insieme ad altre associazioni quali Arci, Acli, Legaambiente, Libera, Cgil, Cisl, Uil,per citarne alcune, ha lanciato da tempo: una grande alleanza democratica ed antifascista. Un’alleanza che abbia a base i valori non negoziabili della pace e dei diritti umani, che si opponga all’escalation dei focolai di guerra che generano una insensata corsa alla produzione di armamenti, che abbia nell’agenda e nel cuore l’impegno per la difesa dell’ambiente e contro la crisi climatica, che guardi all’Europa davvero dei popoli, un’Europa come una risorsa e non come un nemico, che si opponga ad ogni violazione della legalità democratica, che consegni al nostro popolo, ai lavoratori e alle giovani generazioni l’insegnamento del passato e la speranza del futuro”.
“Abbiamo alle spalle una straordinaria esperienza di valori chiamata antifascismo e Resistenza, sulla cui base sono nate la Repubblica e la Costituzione. Sono i valori della giustizia sociale, della libertà, della democrazia, della solidarietà, della pace e del lavoro. È giunto il momento di dar gambe a questo appello, la grande alleanza va costruita partendo dal territorio e dalle forze che sono disponibili, l’Anpi provinciale può essere il soggetto coagulante, che abbiamo ripetutamente sollecitato e continueremo a sollecitare verso questo impegno. L’Anpi non può essere solo una associazione dedita alla commemorazione degli eventi del passato, ma deve essere anche un soggetto propositivo, stimolando le forze politiche ad agire nel rispetto del dettato costituzionale. Tra le finalità dell’ Anpi, oltre alla ricerca storica, si riscontra per mandato congressuale la memoria attiva, cioè cercare di affrontare i problemi dell’attualità attraverso l’esperienza del passato, rapportando i valori della Resistenza alle sfide del presente – termina il comunicato -. Pertanto la difesa dal vilipendio e dal revisionismo, il sostegno ideale ed etico dei valori di libertà e democrazia, alla base della Costituzione della Repubblica italiana, sono un impegno costante di ogni iscritto. Allora, per concludere, ognuno si domandi chi è che sta violentando veramente le istituzioni a ogni livello, sia locale che nazionale, ma soprattutto cerchi di reagire a una politica che vuole riportare questo Paese indietro di un secolo”.