Home Grosseto Sicurezza, Capone: “Riqualificazione urbana come contrasto a degrado e microcriminalità”

Sicurezza, Capone: “Riqualificazione urbana come contrasto a degrado e microcriminalità”

La consigliera comunale presenta un'interrogazione

di Redazione
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Grosseto. “I comportamenti devianti cui assistiamo ogni giorno, circoscritti in aree specifiche della nostra città, generano disagio, preoccupazione ed allarme da parte dei residenti delle zone interessate e dei cittadini tutti”.

A dichiararlo, in un comunicato, è Gabriella Capone, consigliera comunale del Pd di Grosseto.

“Alcune aree sono inopportunamente considerate da evitare dagli stessi cittadini, così contribuendo a renderle ancora di più ‘terre di nessuno’, come dice qualcuno – continua la nota -. Molti residenti e commercianti di quelle aree non ci stanno ad essere etichettati così. In diversi lo hanno espresso in maniera chiara. Screditare un luogo contribuisce a denigrarlo. L’obiettivo cui tendere dovrebbe, invece, essere quello di recuperare il valore storico-culturale dei luoghi della nostra città e difenderli. Immeritata è la fama che si attribuisce ad una Grosseto che può e deve essere diversa. La microcriminalità va a braccetto con il degrado urbano, che ha implicazioni che investono trasversalmente più campi d’azione, diverse aree tematiche sulle quali intervenire e, finché queste non saranno oggetto di un ragionamento comune, i problemi non troveranno facile soluzione. 

“Tappare una buca significa mettere una toppa senza risolvere il problema – sottolinea il comunicato -. E se le buche si tappano anche senza la percezione che anche una distesa d’asfalto contribuisce all’immagine della città, vuol dire che nell’immaginario di chi amministra risolvere il degrado cittadino non ha alcun legame con la riqualificazione urbana. Via Roma, un esempio. Se prima c’erano le buche, adesso ci sono i solchi tra il riempimento di una buca e l’altra, forse ancora più pericolosi per i viaggiatori, specie su due ruote. Vogliamo parlare dei danni sui marciapiedi creati dal passaggio della fibra ottica? Restiamo in zona o ci spostiamo altrove in città, il risultato non cambia. Siamo tutti d’accordo nel progredire tecnologicamente, senza però incidere ancora di più negativamente sul degrado cittadino. Ma il Comune dov’era quando gli interventi sono stati posti in essere? Tante le strade e i marciapiedi rovinati e non ripristinati a dovere, quantomeno agli occhi dei non addetti ai lavori. Ho presentato un’interrogazione sulla questione che verrà discussa martedì 14 maggio in Consiglio comunale”.

“Se la convinzione è quella che i dissesti stradali siano lontani anni luce dal problema sicurezza, così come sembrerebbe, allora è evidente che qualsiasi ragionamento in questo senso è a senso unico. Invece si parte proprio da qui: strade; decoro urbano ed ambientale; problemi alle fognature; acque irrigue, fossi e corsi d’acqua, fontanelle, fontane pubbliche; alberature e verde pubblico;  illuminazione pubblicaspiega Capone. Presidiare le strade non basta, se quelle strade non sono agibili, pulite, decorose, salubri, illuminate. Tutto questo concorre al tema del degrado cittadino, contrasto alla criminalità e implementazione della sicurezza urbana. Su ognuno di questi temi sarà necessaria un’azione in Consiglio comunale per cercare risposte e per comprendere l’azione amministrativa effettiva”. 

“Tutto ciò che concorre alla riqualificazione urbana conduce ad una maggiore partecipazione e la partecipazione allontana i comportamenti devianti spostandoli altrove e se la medesima ottica si estende oltre il centro, alle periferie ed alle frazioni, allora gli episodi di criminalità saranno sempre meno e più marginali e più facili da individuare e circoscrivere – termina il comunicato -. Non c’è terra di nessuno, ma ci sono luoghi in cui il l’azione amministrativa ‘si accontenta’ mirando a rispondere al malcontento. I cittadini, però, non si accontentano ed è evidente che se il pensiero comune è che Grosseto sia diventato invivibile (lasciando le classifiche e parlando con chi la vive), quanto si fa non è abbastanza”.

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