Grosseto. “Il nostro gruppo consiliare, denominato Fratelli d’Italia, che si è costituito oggi, ha indicato Guendalina Amati come capogruppo“: ad annunciarlo, durante l’insediamento della prima seduta del Consiglio provinciale post elezioni del 17 marzo scorso, sono i consiglieri provinciali Guendalina Amati, Danilo Baietti e Michele Vaiani.
“Il centrodestra – puntualizzano Amati, Baietti e Vaiani – è maggioranza all’interno del Consiglio provinciale, dove il nostro gruppo politico ha ben tre consiglieri su sei, mentre il centrosinistra, uscito nettamente sconfitto, ne dispone di quattro, più il presidente Limatola. Pertanto, riteniamo moralmente ed eticamente indispensabile che il presidente Limatola si dimetta in quanto oggi espressione della minoranza della Provincia di Grosseto. Non stanno in piedi le scuse e le interpretazioni normative poiché si può governare solo se si rappresenta la maggioranza in Consiglio provinciale. Nascondersi dietro un dito non cambia la realtà delle cose. A maggior ragione, quando tra due mesi ben 14 Comuni maremmani andranno al voto e potranno cambiare radicalmente ed ulteriormente l’assetto politico degli enti locali che compongono la provincia. Basterà che un Comune modifichi l’attuale appartenenza politica, cosa più che scontata, per ulteriormente delegittimare il presidente Limatola dal suo ruolo e soprattutto dalla sua tanto amata e pagata, dai cittadini contribuenti, poltrona”.
“Il nostro gruppo politico non farà nessuno sconto nè al Partito democratico, nè tantomeno a Limatola, sugli atti che porterà in Consiglio, esercitando il proprio legittimo ruolo che gli compete e che ha stretto nei confronti dei consiglieri e sindaci che hanno dato loro fiducia in quanto rappresentanti dei cittadini. Per il centrodestra il presidente Limatola è in minoranza e come tale per noi non deve occupare quel ruolo in quanto delegittimato dal voto. Siamo pronti a dare battaglia fuori e dentro al Consiglio provinciale affinché la vittoria netta del centrodestra in Provincia non sia stata vana e si torni ad avere un presidente della Provincia con la maggioranza dei consiglieri e che non abbia bisogno di fare accordi e accordicchi o di braccia tese per lavorare” concludono Amati, Baietti e Vaiani.